Il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione che chiede agli Stati membri dell’Ue “di revocare le attuali restrizioni che impediscono all’Ucraina di utilizzare sistemi d’arma occidentali contro legittimi obiettivi militari in Russia”. Il testo, che ha ottenuto 425 voti a favore, 131 contro e 63 astensioni, ha diviso sia il Partito democratico che la maggioranza di centrodestra.
La risoluzione non vincolante, simile a un’altra approvata a luglio, sostiene che “le insufficienti forniture di munizioni e armi e le restrizioni al loro utilizzo rischiano di compromettere gli sforzi compiuti finora” e “deplora profondamente la riduzione del volume finanziario degli aiuti militari bilaterali all’Ucraina da parte degli Stati membri, nonostante le energiche dichiarazioni rilasciate all’inizio dell’anno in corso”.
Il Parlamento di Strasburgo “ribadisce pertanto il suo invito agli Stati membri a rispettare l’impegno assunto nel marzo 2023 di consegnare un milione di munizioni all’Ucraina, di accelerare le forniture di armi, in particolare di moderni sistemi di difesa aerea e altri tipi di armi e munizioni, compresi i missili Taurus, in risposta a necessità chiaramente individuate”.
Il testo promuove anche “la rapida attuazione degli impegni congiunti in materia di sicurezza contratti tra l’Unione europea e l’Ucraina”, riaffermando come “tutti gli Stati membri dell’Ue e gli alleati della Nato dovrebbero impegnarsi collettivamente e individualmente a fornire sostegno militare all’Ucraina con almeno lo 0,25 per cento del Pil annuo”.
La richiesta di revocare le restrizioni all’uso delle armi fornite a Kiev per colpire obiettivi in Russia era contenuta in un apposito paragrafo, l’ottavo, che è stato oggetto di un voto separato. Malgrado la risoluzione sia stata approvata nel suo insieme, questo passaggio ha ottenuto “solo” 377 voti a favore, 191 contrari e 51 astensioni rispetto ai 425 sì, 131 no e 63 astenuti dell’intero testo. Ma sia gli eurodeputati della maggioranza che quelli dell’opposizione si sono divisi.
Fratelli d’Italia, parte del gruppo conservatore dell’Ecr, ha votato a favore della risoluzione ma contro il paragrafo 8, comunque contenuto nel testo completo. Stesso voto per gli eurodeputati di Forza Italia nel gruppo dei Popolari (Ppe), che hanno detto sì alla risoluzione nel suo insieme, negando l’approvazione all’uso delle armi occidentali in Russia. La Lega invece, che fa parte del gruppo Patrioti per l’Europa (PfE), ha votato sia contro la risoluzione che il paragrafo 8.
Anche una parte dell’opposizione si è detta contraria: il Movimento Cinquestelle (M5S), i Verdi e Sinistra Italiana hanno votato contro il testo e l’uso delle armi occidentali in Russia. Diviso invece il Partito democratico (Pd), i cui eurodeputati hanno votato in grande maggioranza a favore dell’intera risoluzione, negando l’approvazione al solo paragrafo 8, con la sola eccezione della vicepresidente del Parlamento europeo Pina Picierno e di Elisabetta Gualmini, che hanno votato anche per l’uso delle armi occidentali in Russia.
Contrari al paragrafo 8 gli eurodeputati del Pd Camilla Laureti, Annalisa Corrado, Alessandro Zan, Sandro Ruotolo, Nicola Zingaretti, Antonio Decaro, Matteo Ricci e Brando Benifei, oltre a Marco Tarquinio e Cecilia Strada, eletti tra le fila dei dem ma non iscritti al partito.