L’ipotesi dell’ingresso dei deputati M5S nel gruppo dei Socialisti e Democratici del Parlamento europeo al fianco del Pd inizia a produrre le prime reazioni politiche. A schierarsi nettamente contro questa possibilità è il leader di Azione Carlo Calenda, che in un tweet scrive: “In Ue sono rimasto nella delegazione PD-SiamoEuropei per rispetto del mandato elettorale. Se dovessero entrare i 5S non potrei rimanere. Fare un gruppo con i grillini andrebbe oltre ogni (triste) esperimento già fatto in Italia e sarebbe contrario a quanto promesso agli elettori”.
Cauto Pierfrancesco Majorino, eurodeputato del Pd, che ritiene sia ancora presto per aprire le porte ai pentastellati. “I gruppi politici europei non sono dei tram su cui salire a piacimento”, ha dichiarato l’europarlamentare a Repubblica, “Sono una destinazione che presuppone adesione sul piano identitario e programmatica. Io, sinceramente, non vedo la fretta di trovare un accordo già oggi”.
“Se i 5Stelle vogliono entrare nella famiglia del Pse in seguito a un’evoluzione vera, siamo di fronte a un fatto positivo”, ha aggiunto Majorino. “Ma se è solo un escamotage per contare di più nelle commissioni in europarlamento, meglio lasciar perdere subito”. A pesare sulla questione dell’ingresso di M5S nel gruppo dei socialisti in Ue sarà la posizione del capodelegazione Brando Benifei, che al momento ancora non si è espresso.
Da tempo gli esponenti M5S sono alla ricerca di un gruppo al Parlamento Ue. Il tentativo con i Verdi non si è realizzato: nel gruppo sono entrati solo quattro europarlamentari (Ignazio Corrao, Eleonora Evi, Rosa d’Amato e Piernicola Pedicini), che hanno dovuto lasciare il Movimento.
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