Il premier Mario Draghi si dimette: lo ha annunciato durante il Consiglio dei Ministri al termine della giornata che ha sancito l’apertura della crisi di governo. Salito al Quirinale, tuttavia, il Capo dello Stato Sergio Mattarella ha respinto le dimissioni del presidente del Consiglio invitandolo a presentarsi alle Camere. A causa di impegni già fissati in Algeria, Draghi riferirà alle Camere nella giornata di mercoledì.
A causare le dimissioni di Mario Draghi è stata la decisione del Movimento 5 Stelle, così come annunciato ieri dal leader Giuseppe Conte, di non votare la fiducia posta dall’esecutivo sul Dl Aiuti al Senato.
Appena finita la votazione, con la legge che è stata approvata con 172 sì e 39 no, con i senatori pentastellati che hanno lasciato l’aula al momento del voto, il premier Mario Draghi si è recato al Quirinale per un colloquio di circa un’ora con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per poi fare rientro a Palazzo Chigi.
In mattinata, il ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà, esponente del M5S, aveva provato ad allontanare la crisi proponendo di evitare il voto di fiducia: ipotesi però respinta da Palazzo Chigi.
Ore 20,10 – Casalino: “Discuteremo della situazione politica” – Rocco Casalino, portavoce del leader del M5S Giuseppe Conte, ha dichiarato che la riunione del Consiglio nazionale del Movimento sarà “lunghissima” e che, tra le altre cose, si discuterà della “situazione politica”, incluso l’eventuale voto di fiducia di mercoledì.
Ore 20,00 – M5S, Crippa: “Fiducia a Draghi? Ne discutiamo ampiamente” – Il capogruppo alla Camera Davide Crippa ha detto che nel Consiglio nazionale del Movimento 5 Stelle si discuterà “ampiamente” dell’eventualità di votare la fiducia a Draghi in occasione delle comunicazioni che il premier dimissionario farà mercoledì.
Ore 19,55 – Mattarella respinge le dimissioni di Draghi – “Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto questa sera al Palazzo del Quirinale il Presidente del Consiglio dei Ministri, Prof. Mario Draghi, il quale ha rassegnato le dimissioni del Governo da lui presieduto. Il Presidente della Repubblica non ha accolto le dimissioni e ha invitato il Presidente del Consiglio a presentarsi al Parlamento per rendere comunicazioni, affinché si effettui, nella sede propria, una valutazione della situazione che si è determinata a seguito degli esiti della seduta svoltasi oggi presso il Senato della Repubblica” è quanto si legge in una nota diffusa dal Quirinale.
Ore 19,50 – Il Pd: “Draghi deve continuare” – Ora ci sono Cinque giorni per lavorare affinché il Parlamento confermi la fiducia al Governo Draghi e l’Italia esca il più rapidamente possibile dal drammatico avvitamento nel quale sta entrando in queste ore”: lo ha scritto il segretario del Pd, Enrico Letta, sui social.
Ora ci sono #cinquegiorni per lavorare affinché il Parlamento confermi la #fiducia al Governo #Draghi e l’Italia esca il più rapidamente possibile dal drammatico #avvitamento nel quale sta entrando in queste ore.
— Enrico Letta (@EnricoLetta) July 14, 2022
Ore 19,40 – Lega: “Nessuno deve aver paura di restituire la parola agli italiani” – “Siamo stati leali, costruttivi e generosi per un anno e mezzo, ma da settimane il presidente Draghi e l’Italia erano vittime dei troppi No del Movimento 5 Stelle e delle forzature ideologiche del Partito Democratico. La Lega, unita e compatta anche dopo le numerose riunioni di oggi, condivide la preoccupazione per le sorti del Paese: è impensabile che l’Italia debba subire settimane di paralisi in un momento drammatico come questo, nessuno deve aver paura di restituire la parola agli italiani”: è quanto si legge in una nota diffusa dalla Lega.
Ore 19,30 – Meloni: “Legislatura finita” – “Non accettiamo scherzi. Questa legislatura per Fratelli d’Italia è finita”: lo ha dichiarato la leader di Fdi Giorgia Meloni commentando le dimissioni di Mario Draghi.
Ore 19,20 – Draghi al Quirinale per dimissioni – Il premier Mario Draghi si è nuovamente recato al Quirinale per rassegnare le sue dimissioni da presidente del Consiglio.
Ore 19,15 – Draghi riferirà alle Camere mercoledì – Il presidente del Consiglio dimissionario, a quanto si apprende da fonti ministeriali, durante il Cdm avrebbe detto ai ministri che mercoledì riferirà alle Camere.
Ore 18,50 – Mario Draghi si dimette – Il premier Mario Draghi ha annunciato al Consiglio dei Ministri che rassegnerà le sue dimissioni da presidente del Consiglio. Voglio annunciarvi che questa sera rassegnerò le mie dimissioni nelle mani del Presidente della Repubblica. Le votazioni di oggi in Parlamento sono un fatto molto significativo dal punto di vista politico. La maggioranza di unità nazionale che ha sostenuto questo governo dalla sua creazione non c’è più. È venuto meno il patto di fiducia alla base dell’azione di governo”. Leggi la notizia completa.
Ore 18,40 – Iniziato il Consiglio dei Ministri – È iniziato con circa mezz’ora di ritardo il Consiglio dei Ministri, durante il quale molto probabilmente il premier annuncerà le sue intenzioni sulla crisi di governo che si è aperta nel pomeriggio.
Ore 18,00 – Cdm convocato alle 18,15 – Il Consiglio dei Ministri, inizialmente programmato alle 15,30, è stato convocato alle 18,15.
Ore 17,45 – Draghi non si è dimesso – Il premier Mario Draghi non si è dimesso, ma sta riflettendo. Lo si apprende dopo il colloquio avuto nel primo pomeriggio con il Capo dello Stato.
Ore 17,30 – Gubitosa (M5S): “Responsabilità crisi non è del M5S” – “La responsabilità della crisi di governo se la deve assumere chi ha fatto qualche forzatura sul Dl Aiuti, non il M5S”: a dichiararlo, rispondendo a una domanda di una giornalista di TPI, è il vicepresidente del Movimento 5 Stelle Michele Gubitosa. Leggi la notizia completa.
Ore 17,00 – Conte: “Risposte o nessuno avrà i nostri voti” – “Non chiediamo posti, nomine, nulla, ma chiediamo ovviamente di rispettare un programma definito all’inizio: transizione ecologica e urgenza della questione sociale che adesso è esplosa. O ci sono risposte vere, strutturali e importanti opporre nessuno può avere i nostri voti”: lo ha dichiarato il leader del M5S Giuseppe Conte ai cronisti.
Ore 16,40 – Grillo “benedice” lo strappo del M5S – Beppe Grillo è in “totale sintonia” con il leader del M5S Giuseppe Conte. È quanto affermano fonti parlamentari del Movimento, assicurando che il garante del M5S sostiene la linea tracciata dal leader 5 Stelle. Leggi la notizia completa.
Ore 16,20 – Draghi torna a Palazzo Chigi dopo colloquio con Mattarella – Il premier Mario Draghi è rientrato a Palazzo Chigi dopo un colloquio di circa un’ora con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Ore 15.30 – Mario Draghi ha lasciato in auto palazzo Chigi – Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha lasciato in auto palazzo Chigi per un colloquio con il presidente Sergio Mattarella.
Ore 15.24 – Il senato approva il Dl Aiuti – Il Senato ha approvato la fiducia sul Dl Aiuti. I sì sono stati 172, i no 39. Il M5s compatto non ha partecipato al voto.
Ore 15.18 – Conclusa seconda chiama – Terminata anche la seconda chiama. Si passa al conteggio
Ore 15.13 – Paragone: “Quello di oggi è un capriccio di Conte” – “Quello di oggi è un capriccio di conte che poi non ha saputo gestire perché non è capace di fare il leader”
Ore 15.00 – Castellone: “Confermo la non partecipazione del M5S alla fiducia”- “Oggi non partecipiamo al voto di questo provvedimento perché non condivido né parte del merito né il metodo, ma questa nostra posizione si sottrae alla logica della fiducia al governo”. Lo ha detto la capogruppo del M5s al Senato Mariolina Castellone, in dichiarazione di voto sul dl Aiuti.
Ore 13.18 – Spunta il nome di Amato come traghettatore fino alle elezioni – Il governo Draghi appare a fine corsa e in tanti, in queste ore, si stanno adoperando per non far precipitare il Paese verso un voto anticipato che potrebbe spalancare a Giorgia Meloni il portone di palazzo Chigi. Tra chi si sta dando da fare, racconta un’autorevole fonte M5S, ci sarebbe anche Massimo D’Alema. L’ex presidente del Consiglio avrebbe infatti sondato sia Giuseppe Conte che ambienti vicini al segretario leghista (se non direttamente Matteo Salvini) per verificare la praticabilità di un nuovo governo. A guidarlo, secondo quanto D’Alema avrebbe suggerito a Conte e Salvini, dovrebbe essere chiamato Giuliano Amato. Il professor Amato, del resto, ha quasi terminato il suo mandato alla Corte costituzionale (scadrà ai primi di settembre) di cui è diventato presidente a gennaio.
Ore 13.00 – Posta questione fiducia sul dl Aiuti al Senato – Il governo ha posto la questione di fiducia sul decreto Aiuti, che è all’esame del Senato. L’ha riferito in Aula il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D’Inca’. Seguono le dichiarazioni di voto dei vari gruppi.
Ore 12.50 – Cinzia Leone lascia il Movimento 5Stelle e va con Di Maio – Cinzia Leone lascia il Movimento 5Stelle e passa a Ipf di Luigi Di Maio. Il partito di Giuseppe Conte perde un altro pezzo, questa volta pesante, perché si tratta di una senatrice, oggi chiamata a votare la fiducia sul dl Aiuti. Così il gruppo di Conte in Senato scende a 61 eletti al pari della Lega.
Ore 12.00 – D’Incà: “Per Draghi l’unica via percorribile è la fiducia”- Il ministro per i rapporti con il Parlamento D’Incà ha avuto un confronto con il presidente Draghi, il quale ha indicato come unica via percorribile la richiesta di fiducia al Senato sul dl Aiuti. La fiducia sarà posta al termine della discussione generale. E’ quanto fanno sapere fonti di governo. In un primo momento era trapelata l’ipotesi di evitare il voto di fiducia e procedere solamente con il voto dei singoli articoli al testo.
Ore 11.00 – Di Maio: M5s pianificava da mesi apertura crisi – “I dirigenti M5s stavano pianificando da mesi l’apertura di una crisi per mettere fine al governo draghi. Sperano in 9 mesi di campagna elettorale per risalire nei sondaggi, ma così condannano solo il Paese al baratro economico e sociale. Non potevamo essere complici di questo piano cinico e opportunista, che trascina il Paese al voto anticipato e al collasso economico e sociale”. Lo ha detto il leader di Ipf e ministro degli Esteri Luigi Di Maio nel corso dell’assemblea congiunta del suo partito.
Ore 10.50 – Letta: “La decisione del M5s ci divide” – “Quello che è successo ieri a Roma e la decisione del M5s di non votare la fiducia al decreto Aiuti cambia lo scenario politico. Prendiamo atto di questa scelta, non è la nostra: è una scelta che ci divide. Noi oggi voteremo convintamente la fiducia”. Così il segretario del Pd, Enrico Letta, in un punto stampa a Milano.
Ore 10.30 – D’Incà, sondaggio coi capigruppo per evitare fiducia e votare il testo per articoli – Il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà, prima dell’inizio della seduta al Senato ha sondato i capigruppo della maggioranza per verificare se esiste la possibilità di evitare il voto di fiducia sul dl Aiuti e di votarlo per articoli.
Ore 09.40 – Al via la discussione generale sul dl Aiuti al Senato, poi il voto – È iniziata la discussione generale sul dl Aiuti al Senato.
Ore 08.30 – Marcucci (Pd): comportamento Conte non all’altezza di un ex premier – “Non ho mai capito il M5S, è un mio limite dall’inizio della loro avventura. E conseguentemente non capisco Conte. Mettere in discussione il governo mentre si approva un decreto importante che si chiama, per l’appunto, Aiuti, alla vigilia di un provvedimento atteso come il salario minimo e l’apertura di un tavolo sociale, va oltre la mia capacità di comprensione. Mi sembra che Conte insegua un discutibilissimo interesse di bottega, con un comportamento non proprio all’altezza di un ex presidente del Consiglio”. Lo ha detto il senatore Pd, Andrea Marcucci.