Nel Consiglio dei ministri dello scorso 5 ottobre la titolare del dicastero delle Pari opportunità, Elena Bonetti, ha fatto approvare la “strategia nazionale Lgbt+”, un piano vincolante che da qui al 2025 si propone di varare alcune riforme in difesa delle minoranze sessuali. Tra queste, l’istituzione di congedi parentali per i genitori dello stesso sesso, incentivi alle aziende che assumono persone transgender e norme contro la discriminazione degli omosessuali all’interno dei contratti collettivi di lavoro. Ma anche il “doppio libretto” universitario per transgender che vedranno così riconosciuto anche sui documenti il proprio genere di elezione, oltre a corsi di formazione per poliziotti e agenti di pubblica sicurezza, e misure di contrasto agli “effetti negativi dei ‘trattamenti di conversione’ per i minori Lgbt+”.
Bonetti ha spiegato oggi in un’intervista a Repubblica che la strategia è stata chiesta dall’Unione europea “anche ai fini di finanziamenti per progetti specifici”. Un rapporto dell’Agenzia Ue per i diritti fondamentali fotografano un quadro negativo per l’Italia per quanto riguarda i diritti Lgbt+: il 62% del campione teme ripercussioni prendendo per mano in pubblico il partner, solo il 39% esprime liberamente la propria identità, a fronte di una media europea del 47%. Un intervistato su quattro ha dichiarato di avere subito discriminazioni sul luogo di lavoro, il 32% ha subito molestie e l’8% un’aggressione fisica negli ultimi 5 anni. Di questi a denunciare è solo il 16%. Essendo vincolante per i prossimi tre anni, la “strategia nazionale Lgbt+” influirà sul nuovo esecutivo che si insedierà tra poche settimane e sarà guidato da Giorgia Meloni. In Fratelli d’Italia l’approvazione del documento non è stata accolta con favore.
Eugenia Roccella, ex sottosegretaria ed ex portavoce del Family day, eletta nelle file di FdI, ha protestato: “Non solo è una mossa scorretta, ma è anche insensata. La strategia nazionale serve ad applicare in Italia le norme Ue, varate nel 2020. Il governo ha avuto 2 anni di tempo, farlo ora, a pochi giorni dall’avvicendamento, è solo una trovata pubblicitaria, perché non si possono prendere impegni per il governo successivo”. E assicura: “La nuova maggioranza di centrodestra è pronta a riprendere in mano il documento e riscriverlo daccapo”.