Terminata la lunga e faticosa partita per la formazione del governo e la nomina dei ministri, ora inizia quella per la designazione di viceministri e sottosegretari. Un puzzle complicato da comporre, poiché si tratta nel complesso di ben 43 nomi: 8 viceministri e 35 sottosegretari.
L’accordo tra Lega e Movimento Cinque Stelle al momento sembra essere il seguente: 20 sottosegretari e 5 viceministri per i pentastellati, 15 sottosegretari e 3 viceministri per la Lega, in modo da rispettare i rapporti di forza che vedono comunque i Cinque Stelle come partito più votato alle ultime elezioni.
La partita però è complessa, ed è probabile che le nomine verranno stabilite solo dopo il G7 che si terrà in Canada venerdì 8 e sabato 9 giugno.
Per quanto riguarda il ministero dell’Economia, i nomi in pole per la poltrona di sottosegretario sono quelli dei leghisti Stefano Garavaglia e Alberto Bagnai.
Quest’ultimo lunedì 4 giugno ha rilasciato alcune dichiarazioni sulla flat tax, ipotizzando un’introduzione della tassa in due tempi, prima per le imprese e poi per le famiglie.
Viceministro potrebbe essere Laura Castelli (M5s).
Per lo Sviluppo economico si parla di Stefano Buffagni (M5s) e di Armando Siri (Lega). Altri leghisti che potrebbero ricevere nomine come sottosegretari sono Alessandro Giglio Vigna (Affari Regionali) e Nicola Molteni (Giustizia).
Sempre per quanto riguarda il ministero dello Sviluppo Economico, una delega molto contesa è quella per le telecomunicazioni: un nome in lizza è quello del leghista Alessandro Morelli, anche se si tratta di una delega a cui il Movimento Cinque Stelle tiene molto.
Per quanto riguarda gli Esteri, sottosegretaria potrebbe essere Emanuela Del Re del Movimento Cinque Stelle. All’istruzione potrebbero finire Gianluca Vaca (M5s) e Mario Pittoni (Lega).
Lorenzo Fioramonti, professore di economia eletto con il Movimento Cinque Stelle, potrebbe diventare sottosegretario alle Infrastrutture.
Le nomine per le opposizioni
Al Pd potrebbe andare la presidenza del Copasir, con il deputato Giuseppe Guerini. Partita complessa è quella della Commissione di Vigilanza Rai: per la presidenza si parla di Maurizio Gasparri o Palo Romani, entrambi di Forza Italia.
Franco Mirabelli (Pd) sembra in pole per la Commissione antimafia, ma in lizza c’è anche Nicola Morra del Movimento Cinque Stelle.