Governo rimpasto retroscena | La crisi di governo, dopo settimane concitate pre e post elezioni europee, sembra ormai archiviata. O almeno per il momento. I due alleati di governo, nonostante la maretta, che in alcuni casi è diventata una vera e propria burrasca, non sembrano aver alcuna voglia di andare alle urne. I sondaggi premiamo un eventuale centro destra unito, che potrebbe fare a meno dell’alleato meno naturale M5s. Ma non sembra che al momento si voglia intraprendere questa strada.
“Il governo deve essere unito per affrontare i problemi, queste contrapposizioni hanno anche un po’ stufato gli italiani”, dice il sottosegretarioStefano Buffagni, fedelissimo di Di Maio.
Il 20 luglio si chiude la “finestra elettorale”, ovvero l’ultima data utile per poter sciogliere le camere e andare al voto anticipato a settembre.
Una delle strade che invece appaiono percorribili è piuttosto quella di un rimpasto di governo. Una delle poltrone da rimpiazzare è quella di ministro agli affari europei, dopo che Paolo Savona è passato alla presidenza della Consob. A prendere il suo posto si ipotizza possa essere Lorenzo Fontana, ministro della Famiglia, che sarebbe a sua volta rimpiazzato da Luca Zaia. Un altro nome che circola è quello dell’economista e presidente della Commissione Finanze al Senato, Alberto Bagnai.
L’impressione che i commentatori hanno, ancora relegata ai retroscena, è che Di Maio dovrà sacrificare qualche nome, per assecondare l’alleato Salvini, reduce da un ribaltamento degli equilibri dopo le Europee.
Un’altra partita aperta più che mai è quella del Commissario europeo. L’Italia vuole la nomina alla Concorrenza, e Salvini vuole quella poltrona per un suo fedelissimo. Anche qui spunta il nome di Luca Zaia. Oltre che l’ormai noto Giancarlo Giorgetti, nome che circola ormai da settimane.
Se Giorgetti dovesse lasciare vuota la poltrona di sottosegretario a Palazzo Chigi per Bruxelles, il suo posto potrebbe essere preso dalla ministra Giulia Bongiorno, o dall’ancora più accreditato Nicola Molteni, fedelissimo di Matteo Salvini.
Ma la Lega non si ferma qui. Vorrebbe infatti strappare al M5s altri ministeri, in primis quello della Difesa che è attualmente di Elisabetta Trenta, amata dai suoi ma mal sopportata da Matteo Salvini.
Avvicendamento tra grillini invece al ministero dei Trasporti, che potrebbe vedere rimpiazzato Danilo Toninelli, con Stefano Patuanelli, attuale capogruppo M5s al Senato.
Tra gli altri nomi in ballo c’è quello del grillino Francesco D’Uva, attuale capogruppo alla Camera, al ministero dei Rapporti con il Parlamento.
Intanto, nel M5s la situazione è sempre più nera. Le correnti stanno diventando sempre più ingestibili per il capo politico Luigi Di Maio.
Il rimpasto interno si fa sempre più urgente. Secondo i retroscena e le fonti interne al M5s, entro fine mese si conosceranno i nomi dei “silurati” e dei “promossi”. Ad avere l’ultima parola sul rimasto sono Di Maio, Fraccaro e Bonafede, secondo quanto scrive Linkiesta. E Di Maio è sempre più ai ferri corti con l’amico e compagno di sempre, Alessandro Di Battista.
Se il governo dovesse cadere prima del 20 luglio, o in generale se si andasse al voto anticipato, sarebbe una grande beffa per i grillini al primo mandato, che non avrebbero diritto alla pensione da parlamentare (che scatta solo al conseguimento dei 5 anni di mandato, e che verrà erogata al compimento dei 65 anni di età).