La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, sta pensando di procedere a un rimpasto di governo dopo le elezioni europee: ben sette ministri potrebbero essere sostituiti. Lo scrive oggi, sabato 30 marzo, il quotidiano La Repubblica: “La certezza – si legge nel retroscena firmato da Emanuele Lauria – è che dopo il voto l’esecutivo non sarà più lo stesso”.
Meloni ne avrebbe già parlato con “alcuni leader di partito” e “avrebbe già avanzato l’ipotesi in alcuni colloqui riservati e pure col Colle”. Al rimpasto si arriverebbe per l’effetto combinato di due situazioni: da un lato l’insoddisfazione della premier per l’operato di alcuni ministri, dall’altro le nomine che si profilano nelle istituzioni europee dopo il voto, con alcuni attuali rappresentanti del governo che potrebbero essere scelti per ricoprire un incarico di prestigio a Bruxelles.
In lizza per un posto da commissario o in altro organismo Ue ci sarebbero in particolare il ministro degli Affari europei Raffaele Fitto (in quota FdI), il titolare dell’Economia Giancarlo Giorgetti (Lega) e il responsabile di Imprese e Made in Italy Adolfo Urso (FdI).
Quanto invece ai ministri a rischio per semplice insufficienza in pagella, Repubblica segnala i nomi del “fratello d’Italia” Carlo Nordio (Giustizia) e dei forzisti Gilberto Pichetto Fratin (Ambiente e Sicurezza energetica) e Alberto Zangrillo (Pubblica Amministrazione).
Ma l’avvicendamento più probabile in assoluto è quello di Daniela Santanchè: la ministra del Turismo (in quota FdI) è interessata da diverse inchieste giudiziarie e si vocifera che Meloni potrebbe chiederle di fare un passo indietro addirittura prima delle elezioni europee per evitare grattacapi nel pieno della campagna elettorale.
Le dimissioni sarebbero quasi certe in caso di rinvio a giudizio: la scorsa settimana la Procura di Milano ha notificato a Santanchè l’avviso di conclusione delle indagini per il filone che riguarda la presunta truffa ai danni dell’Inps messa in atto dalla società Visibilia, di cui la ministra era amministratrice. Nelle prossime settimane i pm potrebbero formalizzare la richiesta di rinvio a giudizio.
La stessa Santanchè, nei giorni scorsi, ha diffuso una nota in cui non ha escluso l’ipotesi dimissioni: “In sede politica – ha detto – dopo la decisione del giudice dell’udienza preliminare, per rispetto del governo e del mio partito farò una seria e cosciente valutazione di questa vicenda”.
Repubblica infine scrive che il rimpasto di governo potrebbe essere ancora più massiccio nel caso in cui le elezioni europee andassero particolarmente male per la Lega: “Se il Carroccio dovesse avere un forte contraccolpo che mettesse in discussione la leadership di Matteo Salvini, ancor più un avvicendamento in via Bellerio, la premier sarebbe quasi costretta a cambiare la rappresentanza leghista”.