Tav, Sicurezza, Giustizia e Autonomia: governo con 4 maggioranze diverse
Un governo, due partiti e quattro maggioranze diverse per superare i grandi ostacoli in Parlamento. È quanto emerge da un’analisi approfondita pubblicata oggi sul Corriere della Sera relativa ai numeri al Senato di M5S e Lega. I principali provvedimenti che l’esecutivo Conte intende approvare nei prossimi giorni o mesi potranno essere approvati con i voti favorevoli di schieramenti variabili, e non semplicemente dai gruppi di pentastellati e leghisti, considerando i pochi seggi di margine a Palazzo Madama.
Al Senato Movimento 5 Stelle e Lega contano 164 senatori, 106 pentastellati e 58 leghisti, solo 4/5 in più della soglia della tranquillità matematica, ed è per questo che la maggioranza rischia, con poche assenze o astensioni, di trasformarsi in minoranza. Ma determinanti saranno le convergenze con gruppi di opposizione.
Sulla Tav ad esempio, come è noto, M5S e Lega sono nettamente divisi. I pentastellati sono gli unici contrari all’opera. E il partito di Matteo Salvini potrebbe votare contro la mozione degli alleati, non votare o votare la mozione del Partito Democratico.
Ma ci saranno strane convergenze anche sul Decreto Sicurezza bis, che deve essere approvato in via definitiva al Senato nei primi giorni di agosto, dopo l’ok della Camera. In questo caso è previsto il voto favorevole dei gruppi Forza Italia e Fratelli d’Italia, che hanno rispettivamente 61 e 18 membri. Questo tipo di intesa evita il rischio che una frattura interna tra i pentastellati metta i gialloverdi in minoranza.
C’è molto da scrivere anche nella partita della riforma della Giustizia. Tra Lega e M5S ci sono ancora molti punti di divergenza, considerando che Salvini ha apertamente criticato il testo del ministro Alfonso Bonafede. Il Consiglio dei Ministri di oggi, 31 luglio, metterà in chiaro le posizioni. Ma non è escluso che ad aiutare la Lega su determinati articoli potrebbe essere Forza Italia.
Infine, il nodo delle Autonomie regionali. Il Corriere della Sera ricorda che leghisti e Movimento 5 Stelle sono ancora distanti. La riforma è gradita al Carroccio ma genera scetticismo tra i pentastellati, che sono maggiormente radicati e hanno conquistato ampio consenso nelle regioni del Sud. Come per la Giustizia, non si esclude l’appoggio di Fi. Fdi dovrebbe dire di no.