Nel decreto fiscale collegato alla manovra recentemente approvato dal Governo è previsto, tra le altre cose, un taglio da 50 milioni di euro per i fondi destinati al “sostegno in favore dei pensionati di guerra e dei perseguitati politici e razziali”.
A denunciarlo è l’Unione delle comunità ebraiche italiane, secondo cui in questo modo gli aiuto economici elargiti dallo Stato in favore di queste persone sarebbe sostanzialmente “eliminato”. L’Aned, l’associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti, definisce il provvedimento “eticamente odioso”.
La smentita del Governo – Ma il Governo, per bocca di Laura Castelli, sottosegretaria all’Economia, smentisce. Che scrive: “Ancora una notizia falsa pubblicata da La Stampa e ripresa da altri quotidiani! Si tratta della presunta cancellazione dell’assegno pensionistico destinato alle vittime delle leggi razziali. Smentisco in modo categorico: non verrà tolto un solo euro dall’assegno per le vittime delle leggi razziali e per i perseguitati dal fascismo per motivi politici! Il fondo per le pensioni c’è ed è capiente per tutto il 2019. Tutti i beneficiari riceveranno l’intero assegno”.
La misura – La misura riguarda, ad esempio, l’assegno vitalizio di benemerenza per i perseguitati razziali, istituito con una legge del 1955, destinato tra gli altri agli ebrei vittime delle leggi razziali in vigore in Italia durante il regime fascista. Si tratta di pensioni pari a circa 480 euro per gli ebrei colpiti dalle leggi razziali e circa 600 euro per gli ex deportati nei lager nazisti.
“Apprendiamo con incredulità che nell’allegato tabellare al decreto si prevede, tra le riduzioni delle dotazioni finanziarie delle spese dei ministeri, anche un importo pari a 50 milioni del ‘sostegno in favore dei pensionati di guerra e dei perseguitati politici e razziali’, che verrebbe quindi eliminato, di cui oggi sono assegnatari, sotto forma di indennizzo, i sopravvissuti alle persecuzioni razziali del regime fascista e i perseguitati politici antifascisti”, si legge in una nota dell’Unione delle comunità ebraiche italiane.
“Non ci sono ancora chiari la competenza temporale e il computo che sarà fatto, non è questo il cuore del problema che desideriamo condividere, ma rappresentarne il volto morale”.
“Restiamo sgomenti dinanzi a questa decretazione indifferente con la quale il governo italiano, proprio nell’ottantesimo anniversario delle leggi razziste del 1938, intende promuovere l’oblio, anziché rafforzare la memoria di quanto accaduto, attraverso la cancellazione di quell’unica misura in qualche modo riparatoria, stabilita tardivamente”, sottolinea ancora l’associazione.
Il taglio delle pensioni per gli ebrei vittime di persecuzioni razziali è stato tuttavia smentito da Laura Castelli, sottosegretaria all’Economia, che parla di “notizia falsa”.
“Smentisco in modo categorico: non verrà tolto un solo euro dall’assegno per le vittime delle leggi razziali e per i perseguitati dal fascismo per motivi politici! Il fondo per le pensioni c’è ed è capiente per tutto il 2019. Tutti i beneficiari riceveranno l’intero assegno”, scrive Castelli in un post su Facebook.
“Si tratta dell’ennesima squallida menzogna e mi dispiace che ad essere coinvolte in questo clamoroso errore, loro malgrado, siano persone a cui va tutto il mio sostegno e la mia comprensione”, prosegue la sottosegretaria.
Secondo Castelli, “la stampa in questo paese è ormai giunta al punto di utilizzare anche la tragedia delle vittime delle leggi razziali per attaccare il Governo”.
“Gli esponenti delle opposizioni che hanno rilanciato queste falsità, come l’onorevole Fiano, dovrebbero vergognarsi e chiedere scusa. Pur di attaccare questo Governo con ogni mezzo si arrivano a fabbricare e cavalcare vere e proprie fake news, senza che vi sia la benché minima accortezza giornalistica di verificare i fatti”, scrive la sottosegretaria all’Economia.
Il decreto fiscale ha ricevuto il via libera della Ragioneria dello Stato ed è stato firmato dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. L’avvio dell’iter di conversione partirà dal Senato, mentre quello della Manovra partirà dalla Camera.
Dopo le polemiche sollevate dalle dichiarazioni del vicepremier Luigi Di Maio, che a Porta a Porta aveva affermato che il testo era stato modificato da una “manina”, il 20 ottobre 2018 Lega e Movimento Cinque Stelle avevano raggiunto un accordo sul decreto fiscale.
In particolare, dal provvedimento sono stati stralciati entrambi i punti contestati dal ministro pentastellato, ossia lo scudo per il rientro dei capitali all’estero e il condono penale per riciclaggio e autoriciclaggio.
Il decreto fiscale prevede otto sanatorie e un condono, per il quale il gettito non è stato definito.
Qui le principali modifiche arrivate rispetto alle ultime bozze circolate e frutto dell’accordo politico tra M5s-Lega.
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