Toninelli e Trenta: la delusione dei ministri M5S esclusi dal governo con il Pd
Esplode la delusione di Danilo Toninelli ed Elisabetta Trenta, ex ministri del governo gialloverde, i quali sono stati esclusi dal nuovo esecutivo Pd-M5S, guidato sempre da Giuseppe Conte.
Toninelli, esponente del Movimento 5 stelle ed ex ministro delle Infrastrutture, sostituito dall’esponente dem Paola De Micheli (qui la lista ufficiale dei ministri del Conte bis), ha affidato tutta la sua amarezza a Facebook.
In un lungo post, pubblicato sul suo profilo, infatti, Toninelli scrive: “Sapevo che l’impegno sarebbe stato al tempo stesso gravoso ed entusiasmante, ma questi 15 mesi di governo sono andati oltre ogni mia immaginazione e previsione”.
“Ho donato tutto me stesso, a volte anche sbagliando, come può capitare, ma comunque nella convinzione di aver agito, giorno dopo giorno, per l’esclusivo interesse dei cittadini. E i risultati stanno lì a dimostrarlo” scrive ancora l’ex ministro.
Toninelli, poi, elenca una serie di successi da lui portati a termine: dal rilancio del porto di Gioia Tauro alla riforma del Codice degli appalti, sino ai lavori di messa in sicurezza del Gran Sasso.
Un capitolo a parte Toninelli lo dedica alla questione sulla revoca delle concessioni autostradali.
“Qui la rivoluzione che abbiamo impostato mi è costata durissimi attacchi personali – scrive Toninelli – Il sistema ha reagito con una campagna mediatica scientificamente pianificata contro la mia persona. Ma non importa: sapevo di essere nel giusto”.
“Non meritavo tutto questo” è invece lo sfogo dell’ex ministro della Difesa Elisabetta Trenta, la quale ha affidato tutta la sua amarezza alle pagine del quotidiano romano Il Messaggero.
“Sono stata una delle persone che ha lottato più di tutti contro Salvini” ha poi continuato la Trenta, che ha aggiunto: “Voglio stare zitta perché in questo momento potrei dire di tutto e contro tutti”.
La Trenta, poi, ha concluso il suo sfogo con un’osservazione: “Il ministero della Difesa è un ministero importante, il Viminale è un ministero altrettanto importante. È opportuno che ci siano due correnti politiche in entrambi i dicasteri? Siamo sicuri che i tecnici siano abbastanza tecnici? Il mio successore è del Pd. Quindi devo pensare che Lamorgese lo sia”.
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