Anche oggi, 16 maggio, non è mancato il consueto botta e risposta tra i due vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Questa volta il tema al centro della querelle sono i morti sul lavoro (Qui le ultime notizie sul Governo)
“I morti in mare sono diminuiti, i morti in Italia sono diminuiti, perché sono diminuiti i reati e gli omicidi, purtroppo sono aumentati i morti sul lavoro, però sono sicuro che il ministro del Lavoro si occuperà anche di questo quando avrà finito di insultare coloro che lavorano con lui”.
Sono state queste le parole rivolte dal ministro dell’Interno al leader dei 5 Stelle, dopo che il Movimento aveva attaccato il capo del Viminale per la questione dei voli di Stato (Qui abbiamo spiegato in cosa consiste l’indagine della Corte dei Conti).
Poco dopo è arrivata la risposta del ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico. “A proposito dei morti sul lavoro, trovo davvero triste e inumano che si arrivi a fare campagna su un tema del genere. Fermo restando che i numeri diffusi da qualcuno sono sbagliati e che sono stato io a potenziare l’ispettorato del Lavoro”.
A rispondere al ministro sono stati anche i senatori del Movimento in Commissione Lavoro: “Ancora oggi la Lega ha tirato in ballo i morti sul lavoro per fare campagna elettorale. Un atteggiamento che riteniamo deplorevole, ancor di più perché, come chiarito dal Ministero del Lavoro sulla base di dati Inail, l’aumento del fenomeno registrato nel 2018 riguarda episodi come la tragedia del Ponte Morandi di Genova e la strage dei braccianti di Foggia. Infatti, nei primi tre mesi del 2019 non si sono avuti aumenti rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso”
“Sia da parte dell’Inail sia da parte del Ministero del Lavoro quella della riduzione delle morti bianche è una assoluta priorità, come dimostrano i 370 milioni di euro a fondo perduto messi a disposizione delle aziende con il programma Isi e il potenziamento dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro in termini di personale. Impegno che la Lega fa evidentemente finta di non conoscere per meri fini elettorali. Un atteggiamento che riteniamo triste e disumano”.