Nel 2023 i ministri del Governo Meloni hanno viaggiato a bordo di voli di Stato più dei loro predecessori nei cinque anni precedenti. È quanto emerge analizzando i dati appena pubblicati online dalla Presidenza del Consiglio.
L’anno scorso i ministri hanno volato a spese dei contribuenti 165 volte a fronte delle 157 dei ministri in carica nel 2022 (governi Draghi e Meloni), delle 126 del 2021 (governi Conte II e Draghi) e delle 49 del 2019 (governi Conte I e II).
Antonio Tajani, titolare degli Esteri, è per ovvie ragioni il ministro che ha utilizzato più voli di Stato durante il 2023: 46. Al secondo posto Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, con 24 “voli blu”, e al terzo Guido Crosetto, titolare della Difesa, con 22 viaggi.
Il ministro dell’Interno Matteo Pianteosi ha fatto ricorso a voli di Stato in 15 occasioni, il ministro degli Affari europei Raffele Fitto li ha utilizzati 11 volte, il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida 9 volte, mentre il leader della Lega Matteo Salvini, vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, si è fermato a quota 8.
Il record assoluto degli ultimi dieci anni spetta di gran lunga al Governo Renzi, i cui ministri nel 2016 viaggiarono con voli di Stato ben 320 volte in dodici mesi.
Ricordiamo con una direttiva tutt’ora in vigore emanata nel 2011 dal Governo Monti – erano tempi di rigida spending review – ha stabilito che si può ricorrere ai voli di Stato solo “in via eccezionale” per “comprovate, imprevedibili e urgenti esigenze”. Sempre in base alla direttiva Monti, i voli di Stato non sono in ogni caso consentiti per le tratte servite da treni con tempi e orari “compatibili con gli impegni istituzionali”.
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