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    Governo di tregua e voto a luglio: ecco il piano di Mattarella

    Credit: Tiziana FABI

    Missione principale di questo "governo a tempo" sarebbe quello di evitare l'aumento dell'Iva in autunno. A condurre il paese verso il voto, però, non può essere Gentiloni

    Di Anna Ditta
    Pubblicato il 7 Mag. 2018 alle 13:06 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 02:24

    Governo “di tregua” elettorale o neutrale, con possibili elezioni a luglio. Questa è l’eventualità che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella sta prendendo in considerazione a oltre due mesi dal voto del 4 marzo.

    La strada verso la formazione del governo passa attraverso la disponibilità delle maggiori forze politiche, centrodestra e Movimento Cinque Stelle, a sostenere un esecutivo “elettorale” di tregua. (composto cioè da politici dell’uno e dell’altro schieramento).

    Nel caso in cui questo non dovesse avere la maggioranza, Mattarella procederebbe con un esecutivo neutrale che dovrebbe operare per 3 mesi, cioè fino a luglio 2018.

    È questo il termine minimo per il Quirinale, prima del quale non è assolutamente possibile tornare al voto.

    Missione principale di questo “governo a tempo” sarebbe quella di evitare l’aumento dell’Iva in autunno ed eventualmente preparare la manovra finanziaria.

    Il presidente Mattarella sarebbe pronto ad andare al voto già nel mese di luglio 2018 se il governo di tregua non dovesse avere la maggioranza al Parlamento.

    Il percorso verso le nuove elezioni, però, non potrebbe essere guidato dal governo Gentiloni. Innanzitutto perché non ha mai ottenuto la fiducia dai neo-eletti in parlamento, e poi perché non è ritenuto neutrale dal Colle. Gentiloni, infatti, sarebbe il candidato premier del Pd se si tornasse alle urne.

    A questo si aggiunge l’incognita tecnica sul blocco dell’Iva. Sarebbe possibile attuarlo con un decreto? Chi dovrebbe farlo?

    Allo stesso modo, anche un governo di centrodestra, senza la maggioranza delle Camere, non potrebbe condurre il paese al voto, perché neanche questo sarebbe neutrale.

    La difficoltà, tuttavia, è trovare una figura autorevole, magari dal mondo dell’impresa o dell’università, che sia disponibile a lasciare per un incarico di appena pochi mesi al governo (qui tutti i nomi in lizza)

    Intanto, durante le consultazioni di questa mattina, lunedì 7 maggio, al Quirinale, non è emersa nessuna svolta nell’accordo tra i partiti.

    Mentre Luigi Di Maio conferma che è pronto a farsi da parte e a scegliere una figura terza per la premiership con Salvini, e pretende che Berlusconi resti da parte, il centrodestra si presenta unito e il leader della Lega si dice disponibile a cercare la maggioranza con un governo della coalizione di centrodestra.

    “Io non sono mai stato un impedimento, la Lega lo sapeva”, ha detto il leader M5S Luigi Di Maio, che aggiunge: “O governo politico o si torna al voto”.

    “Sono disponibile a scendere in campo in prima persona”, gli risponde Salvini.

    “Supporteremo l’iniziativa del presidente Mattarella”, conclude nella tarda mattinata Martina, segretario reggente del Pd. “È urgente superarlo lo stallo”, ha detto. “Basta a questo gioco dell’oca, no agli incarichi al buio, no al trasformismo”.

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