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    Governo in bilico sul Milleproroghe, ira di Draghi: “Si cambi o non si va avanti”

    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 18 Feb. 2022 alle 08:25 Aggiornato il 18 Feb. 2022 alle 08:28

    Governo in bilico sul Milleproroghe, ira di Draghi: “Si cambi o non si va avanti”

    Draghi sceglie la linea dura con i partiti dopo un’altra battuta d’arresto per il governo, battuto quattro volte in commissione sul decreto Milleproroghe. “Vanno garantiti i voti in Parlamento oppure non si va avanti”,  avrebbe detto il presidente del Consiglio ai capidelegazione della maggioranza, durante un vertice convocato a palazzo Chigi dopo un colloquio al Quirinale con Sergio Mattarella.  “Il presidente Mattarella ha voluto questo governo per fare le cose che servono all’Italia”, ha sottolineato Draghi secondo quanto riportano i retroscena, ponendo i partiti di fronte a una scelta netta: dentro o fuori. “Non siamo qui per essere realisti, siamo qui per essere idealisti”, la risposta a chi ha provato a giustificare le scelte dei gruppi parlamentari.

    Mercoledì sera, il governo era andato nuovamente sotto durante le sedute dedicate al decreto Millleproroghe nelle commissioni Bilancio e Affari costituzionali della Camera. In quell’occasione, Lega e Forza Italia hanno votato con Fratelli d’Italia contro la riduzione del limite al contante, prorogando l’entrata in vigore della soglia di mille euro al 2023. Contro il parere dell’esecutivo, è anche stato approvato un emendamento sulla destinazione dei fondi dell’ex stabilimento dell’Ilva di Taranto con i voti, in questo caso, di Partito democratico e Movimento 5 Stelle.

    Draghi avrebbe chiesto compattezza ai partiti sia all’interno del consiglio dei ministri sia in parlamento, durante l’iter dei provvedimenti varati dal governo. “O siamo il governo del fare o è inutile star qui a scaldare la sedia. Con Mattarella non lo abbiamo costruito per tirare a campare. Quanto a me, posso sempre fare altro”, avrebbe detto ieri Draghi durante la riunione, tenuta dopo l’incontro con il presidente della Repubblica. Oggi ci sarà una prima verifica, con il consiglio dei ministri dedicato alle misure emergenziali per fronteggiare il caro bollette. Sul tavolo al momento una cifra intorno ai quattro miliardi ma si punta ad arrivare fino a sette, anche se è esclusa la possibilità che ci sia uno scostamento di bilancio.

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