Il 23 maggio 2018, il presidente della Repubblica ha conferito l’incarico a Giuseppe Conte, il premier indicato da Lega e Movimento 5 stelle. Qui un profilo di Giuseppe Conte, alla luce delle ultime polemiche sul suo curriculum.
Conte tornerà nei prossimi giorni al Quirinale con la lista dei ministri per sciogliere la riserva. In questo articolo abbiamo spiegato quali sono i prossimi passaggi per la formazione del governo.
Ecco come potrebbe essere composto il governo giallo-verde:
Interni
Che il Viminale sia l’obiettivo di Matteo Salvini non è un segreto per nessuno. Il leader leghista ha già detto pubblicamente che vorrebbe “un ministro della Lega che si occupi di sicurezza e confini”, per bloccare gli sbarchi dei migranti sulle nostre coste.
Lo stop al business dei migranti è anche all’interno del programma di governo su cui le due forze politiche hanno trovato l’accordo.
Salvini al ministero degli Interni sarebbe inoltre la contropartita offerta da M5S ai leghisti in cambio della possibilità di esprimere un loro nome come presidente del Consiglio.
Resta da vedere se il presidente Mattarella acconsentirà.
Esteri
Il ministero degli Esteri potrebbe essere affidato a Giampiero Massolo, ambasciatore dalla lunga e ricca carriera, il cui nome era circolato anche come possibile premier.
Massolo, 64 anni, è presidente di Fincantieri e dell’Istituto per gli studi di politica internazionale (Ispi).
Massolo è stato già vicino alla nomina a ministro degli Esteri nel 2011, quando è diventato presidente del Consiglio Mario Monti.
Successivamente è stato nominato dallo stesso Monti direttore generale dei Servizi segreti.
Sviluppo economico/Lavoro
Durante un comizio a Teramo di ieri, 20 maggio, il leader M5s Luigi Di Maio ha detto che “al Movimento 5 Stelle andrà il Ministero per lo Sviluppo economico con dentro il ministero del Lavoro”.
Secondo le indiscrezioni di stampa potrebbe essere lo stesso Di Maio ad assumere la guida di questo “superministero”, che dovrebbe essere quello responsabile dell’introduzione del reddito di cittadinanza, punto chiave del programma M5s e inserito nell’accordo di governo.
Economia
All’Economia potrebbe andare Paolo Savona, economista cagliaritano classe 1936 gradito a Matteo Salvini.
Dopo l’inizio di carriera in Banca d’Italia, Savona è stato ministro dell’Industria e al riordino delle partecipazioni statali nel governo Ciampi.
Ha insegnato Politica economica ed è vicepresidente dell’Aspen Institute Italia.
Sin dal 1992 si è espresso in modo molto critico sui parametri di Maastricht, che sono secondo lui troppo rigidi e privi di base scientifica. Proprio queste idee in contrasto con i Trattati Ue potrebbero però far sì che Mattarella ponga un veto sul suo nome.
Sottosegretario a palazzo Chigi
Dovrebbe andare al leghista Giancarlo Giorgetti l’incarico che fu di Gianni Letta, di Luca Lotti e di Maria Elena Boschi.
Giorgetti era stato considerato come possibile premier del governo M5S-Lega nel caso in cui fosse stato il Carroccio a dover esprimere il nome, ma questa ipotesi sembra ormai tramontata.
Giorgetti attualmente è capogruppo per la Lega alla Camera dei deputati.
Giustizia
Alla Giustizia la strada sembra spianata per Alfonso Bonafede, avvocato del Movimento Cinque Stelle.
Bonafede è siciliano ma è stato eletto a Firenze. Ha svolto il ruolo di “commissario” per conto di Di Maio nei comuni M5S del centroitalia e a Roma con Virginia Raggi.
Agricoltura
Matteo Salvini ha già detto pubblicamente che quello all’Agricoltura è uno dei ministeri cruciali per la Lega.
Il prossimo ministro all’Agricoltura potrebbe essere Nicola Molteni, leghista lombardo considerato un possibile successore di Luca Zaia.
Molteni, classe 1976, è avvocato ed è stato eletto alla Camera nella scorsa legislatura, durante la quale ha fatto parte della commissione Giustizia.
Ambiente
Il ministero dell’Ambiente potrebbe essere affidato a Sergio Costa, il generale dei carabinieri che fu a capo dell’inchiesta sulla “Terra dei fuochi” di Napoli.
Rapporti con il parlamento
Ai rapporti con il parlamento potrebbe andare l’avvocato Giulia Bongiorno, eletta con la Lega e considerata fino a qualche tempo fa candidata ideale per il ministero della Giustizia.
Bongiorno ha difeso Giulio Andreotti e Raffaele Sollecito. Non è gradita all’alleato di Salvini, Silvio Berlusconi, contro il quale ha lottato da presidente della commissione Giustizia sulle intercettazioni.
Infrastrutture
Quello delle Infrastrutture è un ministero chiave per M5S, che ha portato avanti le istanze dei No Tav in Val di Susa.
Per il ruolo di ministro potrebbe, secondo la stampa, essere scelta Laura Castelli, vicecapogruppo a Montecitorio e fedelissima di Di Maio.
Castelli ha condiviso la battaglia dei No Tav in prima linea e per questo potrebbe essere suo il nome indicato per il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Cultura
La bolognese Michela Montevecchi, insegnante, si occupa per il Movimento Cinque Stelle di cultura e istruzione. Potrebbe essere sua la poltrona di ministro della Cultura, anche se Montevecchi è ritenuta tra le voci meno ortodosse tra i pentastellati.
Sanità
L’attuale capogruppo alla Camera del Movimento 5 Stelle Giulia Grillo potrebbe diventare il prossimo ministro della Sanità.
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