Sembra a tratti una brochure pubblicitaria di Google e Microsoft, ma tant’è: questo è il piano per il Polo Strategico Nazionale (Psn), l’architrave della migrazione al Cloud delle pubbliche amministrazioni italiane. Il progetto della cordata Tim-Leonardo-Sogei-Cdp, che ha vinto la selezione bandita nel dicembre scorso dal ministero della Transizione digitale, è stato finalmente reso pubblico. E ora costituirà la base di una gara che, per la verità, si annuncia assai poco competitiva. Il percorso è apparso infatti sin dal principio guidato verso un esito precostitutito.
La scadenza per la presentazione di proposte alternative è il 16 marzo, ma queste dovranno comunque essere basate sul modello presentato da Tim-Leonardo-Sogei-Cdp. Per esempio, tra i vincoli che dovranno rispettare c’è il coinvolgimento di «almeno tre hyperscalers». Come TPI aveva intuito sin dal suo primo numero, l’obiettivo del Ministero è stato sin dall’inizio coinvolgere nella migrazione al Cloud della Pubblica amministrazione italiana i grandi provider statunitensi. Adesso che il piano è stato pubblicato, i convitati di pietra hanno finalmente nome e cognome: sono Google, Microsoft e Oracle. Appartengono a loro le tecnologie che stanno dietro la cordata Tim-Leonardo-Sogei-Cdp. E, salvo sorprese che nessuno si aspetta, saranno loro a supportare questo grande, ricco e strategico cambiamento delle pubbliche amministrazioni. Sia pure per interposta persona. Le amministrazioni pubbliche europee sono ormai obbligate a mettere al sicuro i dati più critici da possibili incursioni delle autorità Usa, dopo che queste si sono riservate un potere extraterritoriale sui loro giganti tecnologici. Questi ultimi, che monopolizzano l’economia digitale, sono tenuti…
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