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    Il cavillo del Governo che inguaia le Regioni: le norme Covid in vigore sempre con un giorno di ritardo

    Di Marco Antonellis
    Pubblicato il 26 Mar. 2021 alle 12:46 Aggiornato il 26 Mar. 2021 alle 13:27

    Può un cambio di regole sulle zone Covid (da rosso ad arancione, ad esempio), iniziare il martedì, e non ad inizio settimana, quindi il lunedì? E poi, quello successivo, di mercoledì? E poi quello dopo ancora, il giovedì? Sì, a seguire l’ultima ordinanza del ministero della Salute che regola, appunto, le norme di osservazione sui parametri che certificano il passaggio da una zona all’altra. Nell’ordinanza, infatti, non è più scritto 14 giorni, bensì, 15. Questo consegue che ogni volta si scalerà di un giorno nell’entrata in vigore delle nuove regole.

    Ad esempio il Lazio, che tornerà arancione nel prossimo giro, contava di riaprire le scuole già da lunedì, come sempre è avvenuto fino ad ora. Si sbagliava, nel senso che non aveva tenuto conto del nuovo limite dei 15 giorni. Insomma, un bel pasticcio per i cittadini, le imprese, i negozi, che già poco si raccapezzano in questa giungla di divieti anti Covid. Ci mancava solo l’inizio scaglionato ogni due settimane.

    Il Ministero della Salute potrebbe fare una nuova ordinanza per sanare la curiosa vicenda ma, a quanto si apprende, per ora non sembra intenzionato. Quindi mano al calendario per vedere, volta per volta, in quale giorno della settimana si potrà andare dal barbiere o svegliare il proprio figlio per mandarlo a scuola, in presenza. Del resto, questa incongruenza è stata evidenziata anche dalla Regione Lazio: il presidente Nicola Zingaretti ha chiarito che, se il Lazio diventerà arancione, le scuole riapriranno da martedì e non da lunedì, proprio a causa del decreto del Governo, che vale per 15 giorni e non per 14.

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