“Sono tra i sindaci che ha chiesto di prendere i soldi del Mes. Ma andavano presi già mesi fa. Ora quelle risorse ci sarebbero servite: avremmo avuto più posti di terapia intensiva, più dispositivi per tracciare, più medici a disposizione. Rispetto a questa nuova ondata di Covid, sulla questione Mes siamo già in ritardo. Da quando prendi quei fondi a quando riesci ad intervenire sulle strutture ospedaliere, passano altri mesi”. A dirlo è il sindaco di Bergamo Giorgio Gori in un’intervista al direttore di TPI Giulio Gambino.
“Il Governo ha fatto il possibile nella fase della prima emergenza Covid. Poi, però, ha perso del tempo nel momento in cui la stretta del virus si è allentata. Lì si sarebbe dovuto lavorare con più rapidità per arrivare a ottobre in condizioni di maggiore solidità”.
“Conte ha qualità personali, ma non ha esperienza amministrativa e si è trovato a gestire una situazione complicata. Ha capacità di mediazione, ma a volte ha l’attitudine di buttare la palla avanti e di non prendere decisioni che vanno prese, che non è il mio modo di amministrare. Ho ben chiara però la differenza tra fare il sindaco e fare il premier”, ha detto Gori commentando le difficoltà del Governo nel gestire l’attuale emergenza Covid.
“Mi preoccupa la dinamica di crescita dell’epidemia, che si riflette sulle terapie intensive. Le proiezioni dicono che di qui a due settimane avremo 4mila ricoveri e 600 persone in terapia intensiva in Lombardia. Si deve evitare in ogni modo un nuovo lockdown, che sarebbe molto pesante per il nostro Paese. Ma non dobbiamo non perdere altro tempo”.
Quanto alla gestione dell’emergenza Covid nella sua regione, la Lombardia, Gori ha dichiarato: “Il modello sanitario lombardo non può cambiare forma in pochi mesi. Ha limiti evidenti e grandi punti di forza, Si è puntato tutto sugli ospedali, tralasciando la medicina sul territorio. E non mi pare ci sia un’intenzione di invetrire la rotta da parte dei vertici della regione Lombardia”.
Il sindaco di Bergamo torna anche sulla vicenda della mancata zona rossa ad Alzano e Nembro e chiarisce: “La Regione Lombardia aveva la possibilità di dichiarare la zona rossa in quei territori, ma non l’ha fatto, preferendo scaricare la responsabilità sul Governo”.
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