Giuseppe Conte: “Il governo è politico, ci mette la faccia”
“Io sono sempre per un governo politico che ci mette la faccia” mentre “i governi di unità nazionale” sono “molto improbabili”. Così il premier Giuseppe Conte in un’intervista al quotidiano il Giornale in cui ricorda come questo governo stia “operando con coraggio”.
“Se non fosse così – aggiunge – sarei il primo a sollecitare una nuova soluzione”. “Quanto ai governi di unità nazionale, sono formule astratte molto improbabili da perseguire in concreto basti considerare le divisioni che si sono manifestate evidenti anche nella fase più acuta dell’emergenza. In realtà questo governo sta operando con coraggio e determinazione”. E su Mario Draghi dice: “non è persona che si lascia tirare per la giacchetta”. La politica intesa con la P maiuscola, non può essere affidato a governi tecnici sul presupposto che le forze politiche non siano disponibili ad assumersi la responsabilità delle scelte anche molto difficili che il paese è chiamato a compiere”, ha aggiunto il premier a chi lo intervistava.
La nota del premier Giuseppe Conte
Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, aveva già annunciato alcune priorità in un post su Facebook in cui ha fatto anche il punto sulla diffusione del virus in Italia: resta basso il rapporto tra nuovi contagi e tamponi fatti: “I rappresentanti dei governi locali hanno espresso adesione al disegno dell’Esecutivo di adottare un piano nazionale contenente linee guida omogenee per tutte le Regioni, in modo da procedere, ragionevolmente il 4 maggio, a una ripresa delle attività produttive attualmente sospese, secondo un programma ben articolato, che contemperi la tutela della salute e le esigenze della produzione”.
Giuseppe Conte frena aperture prima 4/5
La riapertura dal 4 maggio di aziende e uffici, con una forte dose di smart working, orari scaglionati e autobus a ingresso limitato. E un primo parziale allentamento del “lockdown” con spostamenti di lavoratori e riapertura dei parchi ma rinviando l’apertura indiscriminata di bar e negozi. Si va definendo, in una serie di riunioni tra il premier Giuseppe Conte, numerosi ministri, il capo della task force per la “fase 2” Vittorio Colao e alcuni rappresentanti del comitato tecnico scientifico, il piano nazionale per la ripartenza.
Il premier ferma fughe in avanti: non ci saranno riaperture la prossima settimana. Ma il pressing delle Regioni del Nord e di Confindustria è fortissimo. E nel confronto con gli enti locali Conte spiega che una valutazione è in corso su manifattura, edilizia, servizi al commercio. Alcuni ministri e le Regioni premono per riaprirle il 27 maggio ma parte del governo dice no. Decisive comunque per la ripartenza sono le Regioni, che in una riunione serale con il premier dicono sì alle linee guida nazionali ma con un prolungamento delle limitazioni di spostamenti tra Regioni e comunque un’autonomia territoriale.
Potenziamento sicurezza e smart working
“Un piano così strutturato dovrebbe garantirci condizioni di massima sicurezza nei luoghi di lavoro e sui mezzi di trasporto – ha aggiunto Conte – Dovremo proseguire nel confronto con tutte le parti sociali e le associazioni di categoria per ribadire la comune volontà di rafforzare il protocollo di sicurezza nei luoghi di lavoro, già approvato lo scorso mese di marzo, e di continuare sulla strada del potenziamento dello smart working”. “Sul fronte delle misure di tutela della salute, il Governo continua a lavorare per implementare i Covid hospital, l’assistenza territoriale e usare al meglio le applicazioni tecnologiche e i test per riuscire a rendere sempre più efficiente la strategia di prevenzione e di controllo del contagio”.
1. ESCLUSIVO TPI – Parla la gola profonda dell’ospedale di Alzano: “Ordini dall’alto per rimanere aperti coi pazienti Covid stipati nei corridoi” /2.“Chiudere solo Codogno non è stato sufficiente, eravamo tutti concentrati su quello, ma i buoi erano già scappati dal recinto”: parla Rezza (ISS)
3.Contagio Coronavirus all’ospedale di Alzano: dopo l’inchiesta di TPI la Procura di Bergamo indaga per epidemia colposa /4. Lazio, 129 contagiati al Nomentana Hospital di Fonte Nuova: “Hanno spostato qui il focolaio di Nerola”
Leggi l'articolo originale su TPI.it