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    Tutto quello che non torna su Giuseppe Conte e il suo curriculum

    Giuseppe Conte, candidato premier M5s-Lega. Credit: Silvia Lore

    Dagli studi alla NYU alla designazione del Social Justice Group dell'Ue, sono molti i punti del curriculum del professore che lasciano aperti dei dubbi

    Di Anna Ditta
    Pubblicato il 23 Mag. 2018 alle 08:49 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 02:23

    Il professore di diritto privato Giuseppe Conte, 54 anni, è stato indicato lunedì 21 maggio come candidato premier da Lega e Movimento Cinque Stelle.

    Il giorno stesso, un articolo pubblicato sul New York Times e firmato dal corrispondente in Italia Jason Horowitz, mette in dubbio gli studi che Conte dichiara di aver perfezionato negli Stati Uniti presso la New York University (NYU).

    Con il passare delle ore sono emersi altri dettagli che non tornano sul curriculum di Conte. Per questo abbiamo deciso di fare un po’ di ordine.

    Ecco tutte le questioni che sono emerse nelle ultime ore.

    Gli studi di “perfezionamento e aggiornamento” presso la NYU

    Nel curriculum ufficiale di Conte, pubblicato sul sito della Camera dei deputati, si legge che ha perfezionato i suoi studi in varie università straniere, tra cui Yale, negli Stati Uniti, la Sorbona di Parigi e l’Università di Cambridge, nel Regno Unito.

    Nel curriculum si legge anche che Conte “dall’anno 2008 all’anno 2012 ha soggiornato, ogni estate e per periodi non inferiori a un mese, presso la New York University, per perfezionare e aggiornare i suoi studi”.

    Tuttavia, nel suo articolo pubblicato sul New York Times, Jason Horowitz ha reso noto che la portavoce della NYU Michelle Tsai ha negato che Conte abbia mai frequentato l’Università come studente o ricercatore.

    “Non risulta nei nostri registri una persona con questo nome, né come studente né come ricercatore o professore”, ha detto Tsai, aggiungendo che è possibile che Conte abbia frequentato i programmi da uno o due giorni, perché su quelli l’università non tiene dei registri.

    Contattata da TPI, la sera del 22 maggio la NYU ha fornito nuove informazioni (qui l’articolo completo).

    “Come la NYU ha indicato in precedenza, abbiamo visionato i nostri registri, e questi non mostrano che Giuseppe Conte sia stato all’Università come studente o membro della facoltà”, ha scritto Tsai a TPI.

    “Mentre Conte non ha uno status ufficiale alla NYU, gli è stato garantito il permesso di effettuare ricerche nella biblioteca giuridica della NYU tra il 2008 e il 2014, e lui ha invitato un docente di diritto a far parte del board di una rivista italiana di diritto”.

    La risposta sembra quindi confermare che Conte svolse degli studi presso la biblioteca dell’università, in forma autonoma, e che interagì con almeno un professore della NYU, invitandolo a far parte del board di una rivista italiana. Il nome del docente non è stato ancora specificato.

    TPI ha contattato anche la sede della NYU a Firenze, per capire se Conte abbia frequentato dei corsi presso questa sede distaccata dell’università.

    Bruce Edelstein, direttore dei programmi post laurea e ricerca presso la New York University di Firenze, ha escluso questa possibilità.

    “Avrà frequentato questo corso a Manhattan, alla sede principale, non qui”, ha risposto Edelstein. “Dunque non ho informazioni al riguardo”.

    “Escludo che abbia frequentato qui perché noi abbiamo corsi solo per laureandi, gli unici programmi per specializzandi sono quelli che coordino io, che sono il direttore dei programmi post laurea, e qui a Firenze ce li abbiamo solo in Italianistica, non in diritto”.

    Ecco la replica ufficiale di M5s sulla questione dei presunti studi di Conte alla New York University:

    “Nel suo curriculum Giuseppe Conte ha scritto con chiarezza che alla New York University ha perfezionato e aggiornato i suoi studi”, si legge nella nota. “Non ha mai citato corsi o master frequentati presso quella Università. Quindi la stampa internazionale e quella italiana si stanno scatenando su presunti titoli che Conte non ha mai vantato!”.

    “Conte, come ogni studioso”, prosegue la nota M5s, “ha soggiornato all’estero per studiare, arricchire le sue conoscenze, perfezionare il suo inglese giuridico. Per un professore del suo livello sarebbe stato strano il contrario. Lo ha fatto e lo ha giustamente scritto nel curriculum, ma paradossalmente questo ora non va bene e diventa addirittura una colpa. È l’ennesima conferma che hanno davvero tanta paura di questo governo del cambiamento”.

    In difesa di Conte è arrivata anche una lettera aperta scritta dal professor Andrea Mora, ordinario di diritto civile dell’Università di Modena e Reggio Emilia.

    “Posso confermare che negli anni 2008 e 2009 ho trascorso insieme a mia moglie ed ai miei figli dalla metà di agosto in poi alcune settimane a New York”, scrive il professore.

    In varie occasioni, ricorda Mora, “abbiamo incontrato” il professore Giuseppe Conte, che “riferiva delle sue ricerche giornaliere alla Library della School of Law della New York University ove stava approfondendo tematiche di diritto nord americano”.

    “In quel periodo frequentavano New York anche illustri professori fra i quali il professore Giovanni Ludica, oggi emerito alla Bocconi ed altri privatisti che, a loro volta, possono tranquillamente confermare che i professori che frequentano le università straniere, come del resto accade per i professori stranieri che vengono a studiare in Italia, non si iscrivono certo a master, corsi di specializzazione, ma frequentano la biblioteca dell’Università studiando autonomamente temi di loro interesse”, ha sottolineato il docente, precisando di essere “politicamente indipendente e non schierato”.

    L’International Kultur Institut di Vienna

    Un’altra questione riguarda gli studi che il candidato premier avrebbe condotto a Vienna.

    Su un curriculum caricato sul sito dell’Associazione civilisti italiani, c’è scritto infatti che Conte ha perfezionato i suoi studi giuridici presso l’International Kultur Institut di Vienna.

    La giornalista Jeanne Perego fa però notare che si tratta di un istituto dove si studia la lingua tedesca, non diritto.

    Sul punto il curriculum ufficiale di Conte, pubblicato sul sito della Camera dei deputati, è molto più generico. Vi si legge che “nell’anno 1993 ha soggiornato a Vienna, studiando tre mesi presso l’International Kultur Institut”.

    Il Social Justice Group dell’Ue

    Nel curriculum disponibile sul sito della Camera, Conte scrive di essere stato “designato” a far parte del “Social Justice Group istituito presso l’Unione europea”. Tuttavia l’Ue non ha organi con questo nome.

    Esiste piuttosto un gruppo di professori di varie università europee chiamato “Social Justice in European Private Law”, che però si sarebbe autocostituito, quindi Conte non potrebbe essere stato “designato” a farne parte.

    Il capo del collettivo, Martijn Hesselink, ha detto a Il Post, che Conte non ne ha mai fatto parte.

    Cambridge

    Conte afferma di aver studiato al Girton College dell’università di Cambridge a settembre 2001, un mese in cui, come nota l’agenzia Reuters, l’università è normalmente chiusa per la pausa estiva.

    L’università di Cambridge non ha voluto commentare, ma una fonte interna contattata da Reuters ha detto di non aver trovato traccia di studi di Conte. Ha aggiunto però che potrebbe aver frequentato un corso organizzato da terzi.

    La Sorbonne, infine, ha detto a Reuters che sta rivedendo i suoi registri per vedere quali ricerche Conte potrebbe aver condotto presso l’istituto.

    Duquesne University di Pittsburgh

    Dalla Duquesne University di Pittsburgh una fonte contattata dalMessaggero, ha fatto sapere che “Giuseppe Conte non è presente nell’archivio come studente dell’università, non ha quindi mai frequentato alcun corso ufficiale. Potrebbe avere condotto le sue ricerche in modo indipendente”.

    Conte aveva scritto nel suo curriculum di aver “svolto attività di ricerca presso la Duquesne University di Pittsburgh (PA – USA)” nel 1992.

    Anche l’University of Malta, contattata dalla stessa testata, ha confermato che “non c’è traccia che Giuseppe Conte abbia mai fatto parte del corpo docenti permanente dell’università”.

    L’Università ha aggiunto che questo non esclude che Conte abbia potuto essere coinvolto in alcune letture organizzate nell’estate del 1997 dalla Foundation for International Studies (FIS), che è però un ente separato dalla University of Malta.

    Conte ha scritto di avere insegnato a Malta “nell’estate 1997 nell’ambito del Corso internazionale di studi intitolato: European contract and banking law”.

    La questione Stamina

    Nella giornata del 22 maggio è emerso anche che Conte è stato il legale della famiglia della piccola Sofia, la bambina affetta da una grave malattia degenerativa divenuta simbolo di coloro che si battevano per la ammissibilità del metodo Stamina.

    Il probabile nuovo presidente del Consiglio avrebbe anche partecipato nel 2013 alla costituzione di una fondazione, Voa Voa, che ha avuto tra i suoi primi beneficiari la Stamina Foundation onlus, guidata dall’inventore del metodo Stamina, Davide Vannoni.

    Vannoni, l’inventore del controverso metodo Stamina, è intervenuto successivamente per chiarire i suoi rapporti con Giuseppe Conte, il premier indicato da Lega e M5s.

    “Non c’è nulla di vero, non ho mai conosciuto Giuseppe Conte e non ci ho nemmeno mai parlato direttamente. Conte è uno dei mille avvocati che hanno sostenuto altrettante richieste di pazienti che cercavano di ottenere le cure Stamina presso l’Ospedale di Brescia”.

    Vannoni, laureato in Scienze della comunicazione e privo di attestati in campo medico, ha patteggiato nel 2015 una pena a un anno e 10 mesi per associazione a delinquere finalizzata alla truffa ed esercizio abusivo della professione medica.

    Il metodo Stamina risulta privo di validazione scientifica: rivolto in particolare alla cura delle malattie neurodegenerative, si basa secondo Vannoni sulla conversione di cellule staminali in neuroni senza alcuna stimolazione.

    “Il professor Conte dimostrò una grande sensibilità alla causa di Sofia perché non volle nulla in cambio, lo fece pro bono, perché penso si sentisse toccato dalla vicenda avendo anche lui un figlio più o meno della stessa età”, ha dichiarato Caterina, madre della piccola Sofia.

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