Giulio Regeni Lega | Gli striscioni rimossi | Fedriga | Friuli | Sassuolo
Giulio Regeni Lega – Rimuovono gli striscioni di Giulio Regeni e con voce stentorea ci avvisano che non saranno più appesi. L’ultimo (e il più in vista) è il leghista Fedriga neoeletto in Friuli Venezia Giulia ma la vicenda Regeni alla Lega di Salvini dà fastidio da un po’.
Il ministro dell’inferno, impegnato nella sua eterna battaglia contro gli ultimi, sempre forte con i deboli, diventa scodinzolante di fronte a qualche problema complesso, abbandonando il suo ghigno e preferendo scavalcare il problema, fingere che non esista, metterlo nel cassetto della sua inettitudine internazionale e lasciandolo scivolare via.
La Lega ha rimosso Giulio Regeni ben prima di quello striscione, lasciando piena legittimità a un Egitto che addirittura si permette di ostacolare le indagini dopo avere promesso di essere a disposizione e mentre i genitori di Giulio chiedono che invece venga dato un segnale forte, proponendo addirittura di ritirare l’ambasciatore italiano al Cairo.
Giulio Regeni Lega | La verità per Giulio e per Silvia Romano
Ma la vicenda di Giulio Regeni, come è già successo purtroppo nella storia del nostro povero Paese, rimarrà nella collezione di esempi di pavidità internazionale, una di quelle situazioni in cui c’è solo da sforzarsi a fare in modo che non ci si permetta di dimenticarla, non si lasci respiro ai potenti, non ci si stanchi mai di chiedere la verità.
Accade con la morte di Giulio e accade anche con Silvia Romano: quelli che dovrebbero difendere gli italiani, che hanno preso voti annunciandosi come uomini forti e avvocati del popolo, si erano dimenticati di dirci di volersi occupare dei loro italiani lasciando in disparte quelli scomodi, che richiedono volontà politica che non si può ridurre a qualche bavoso tweet.
Per questo quello striscione forse dà così fastidio: ricorda ogni giorno, a chi passa lì sotto, che questo governo ha deciso di abbandonare la ricerca della verità in nome di interessi economici e dei buoni rapporti con l’Egitto.
Giulio Regeni Lega | Salvini | Al Sisi | Egitto
Evidentemente qualche buon contratto vale più della vita di un povero ragazzo che ha avuto la sfortuna di ritenere democratico un Paese in cui la polizia inventa bugie, tortura un cittadino italiano, briga per sviare le indagini e ignora le richieste della Procura di Roma.
Dov’è l’uomo forte che ogni giorno ci dice che ritiene gli italiani suoi figli? Dov’è la sua lingua biforcuta che diventa seta nei confronti di Al Sisi e i suoi sodali?
No, non è questione di uno striscione, caro Giulio: il punto vero è che la tua storia qui fa talmente paura che se potessero ti cancellerebbero con un colpo di gomma per non doverci nemmeno più pensare, oltre che rispondere, a quello che ti è successo.