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    Rospi (ex M5S) a TPI: “Ci saranno nuove uscite dal Movimento, da mesi cova il malcontento”

    Il deputato Gianluca Rospi, ex M5S, ora al gruppo Misto. Credit: Ansa/Massimo Percossi

    Il deputato Gianluca Rospi ha lasciato il gruppo Cinque Stelle per unirsi al gruppo Misto: l'intervista a TPI

    Di Anna Ditta
    Pubblicato il 9 Gen. 2020 alle 16:38 Aggiornato il 9 Gen. 2020 alle 16:56

    Rospi (ex M5S) a TPI: “Ci saranno nuove uscite dal Movimento, da mesi cova il malcontento”

    “Parecchi colleghi mi hanno mandato dei messaggi per esprimere solidarietà verso la mia decisione di lasciare il gruppo. Suppongo che, dopo il mio gesto, altre persone faranno la stessa scelta”. A parlare in un’intervista telefonica a TPI è Gianluca Rospi, deputato che ha lasciato pochi giorni fa il gruppo M5S per unirsi al gruppo Misto. Rospi ha denunciato una “gestione verticistica e oligarchica” del Movimento Cinque Stelle e ritiene che altri addii seguiranno il suo (pochi minuti dopo la pubblicazione dell’intervista, arriva la notizia dell’uscita di Massimiliano De Toma e Rachele Silvestri dal gruppo, ndr).

    On. Rospi, come mai proprio adesso la scelta di abbandonare M5S?

    La mia decisione è dovuta a un susseguirsi di episodi. Il Movimento Cinque Stelle è passato dal motto “uno vale uno” a “una minoranza decide per la maggioranza”. L’apice si è avuto con l’approvazione della manovra di bilancio, discussa solo da un ramo del Parlamento – il Senato – che rappresenta un terzo degli eletti. Questo rappresenta una grave mancanza di democrazia. Inoltre la legge conteneva diverse misure che vanno contro la crescita economica del paese.

    Lei era assente durante la votazione della manovra. 

    Non reputavo corretto né il metodo con cui è stata approvata, né il merito di alcune misure.

    In questi giorni sono continuati gli addii di parlamentari al Movimento Cinque Stelle, l’ultimo è quello del deputato siciliano Cappellani.

    Penso che continueranno. C’è un malcontento di diversi colleghi che va avanti da mesi, sulle modalità con cui vengono prese le decisioni all’interno del Movimento. La mancanza di dialogo nell’ultimo anno è aumentata.

    C’entra qualcosa il cambio di alleato di governo, dalla Lega al Pd?

    Ma no, il malcontento c’era anche con la Lega. Dopo i primi mesi di vita del governo, in cui c’era euforia, si è iniziato un processo di chiusura: parecchie decisioni non venivano prese in maniera democratica. Noi parlamentari le subivamo.

    Può farci qualche esempio?

    In tema ambientale abbiamo approvato due decreti sponsorizzati come “Salva Mare” e “Decreto clima”, ma in fin dei conti ci sono solo piccole misure a favore dell’ambiente. Lo stesso reddito di cittadinanza, che è un principio giusto, è stato declinato male. Bisognava prima creare un’apposita infrastruttura e rivalutare i centri per l’impiego.

    Cosa serve per un cambio di passo nel Movimento?

    Il Movimento deve tornare ad alcuni temi importanti, con cui ha vinto le elezioni, come l’ambiente, il lavoro, lo sviluppo economico, l’innovazione. In campagna elettorale erano i nostri cavalli di battaglia, ma in questi due anni si è fatto poco.

    Ha parlato con l’ex ministro Lorenzo Fioramonti?

    L’ho sentito il giorno in cui lui ha lasciato il gruppo. In quell’occasione gli ho preannunciato che a breve avrei preso anche io la stessa strada. Da allora non l’ho sentito, lo vedrò la prossima settimana e sicuramente faremo un ragionamento insieme per capire come proseguire.

    Cosa pensa del progetto “Eco”?

    Ne ho letto sui giornali, ne voglio parlare con Lorenzo. Da ingegnere sono abituato a valutare il progetto prima di accettarlo. Se ci sono dei punti di contatto col mio pensiero e con quello del Movimento Cinque Stelle, che è quello con cui siamo scesi in campagna elettorale, sicuramente potrò sostenerlo.

    Pensa che sosterrà il governo Conte?

    Voterò i singoli provvedimenti, in base alla mia coscienza, fino a quando non ci sarà la nuova agenda di governo di cui ha parlato Conte.

    Sulla questione dei rimborsi lei ha criticato il fatto che adesso siano versati in un conto privato legato a Di Maio. Qual è l’umore sul tema nel Movimento?

    La nostra uscita dal gruppo ha fatto scatenare questo problema. Se non avessimo preso questa decisione probabilmente i provvedimenti contro i “morosi” non sarebbero stati presi. Questo mi fa piacere.

    A gennaio di quest’anno è stato creato un conto privato, a nome del capo politico insieme ai due capogruppo, dove sono confluite le nostre restituzioni. Abbiamo chiesto trasparenza da subito, ma non è mai arrivata. In questi giorni è stato pubblicato il bilancio di questo conto, e io rimango perplesso.

    Ci tengo a precisare però che io ho versato fino ad aprile 2019, mancherebbero pochi mesi. Ci sono colleghi che invece non hanno versato dall’inizio di gennaio e altri che si sono messi in regola la settimana scorsa. È un problema diffuso tra tutti i parlamentari.

    Pensa che le uscite dei parlamentari dal gruppo stiano avendo qualche effetto sui vertici del Movimento?

    Non so dirlo, perché dai vertici non mi ha contattato nessuno. Spero che la nostra uscita sia un segnale e che il Movimento cambi passo.

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