L’era di Giulio Gallera assessore al Welfare della Lombardia è arrivata al capolinea con il rimpasto imminente che sancisce l’ingresso di Letizia Moratti nella giunta regionale guidata dal leghista Attilio Fontana. Gallera, esponente di Forza Italia, è rimasto fuori dalla nuova squadra, nonostante i tentativi del titolare della Sanità di resistere fino alla fine.
Il rimpasto è arrivato dopo la sfiducia della Lega nei confronti dell’assessore, a seguito di alcune sue esternazioni sulla campagna vaccinale anti-Covid in Lombardia e i presunti “medici in ferie”. Ma si è trattato solo dell’ultima gaffe del politico milanese, che nei mesi difficili della gestione della pandemia aveva ripetutamente messo in imbarazzo la giunta lombarda.
Quel video sull’Rt e l’attacco a TPI
La prima gaffe dell’assessore lombardo avvenuta a maggio, in piena emergenza, è stata quella relativa all’indice di trasmissibilità Rt: le parole di Gallera hanno sollevato un vero e proprio caso dopo che TPI ha pubblicato il video con la sua esilarante spiegazione: “0, 51 cosa vuol dire? Che per infettare me, bisogna trovare due persone allo stesso momento infette, e non è così semplice trovare due persone allo stesso momento infette per infettare me”, aveva detto l’assessore. “Quando è a 1 vuol dire che basta che incontri una persona infetta che mi infetto anche io”.
Un discorso che non sta in piedi, perché l’indice Rt cui l’assessore faceva riferimento è un valore statistico che esprime quante persone potenzialmente può infettare un soggetto positivo in termini di probabilità. L’assessore, invece, aveva trasformato una valutazione statistica in una questione di “prossimità”. Non è vero infatti che con Rt a 1, una persona infetta contagia sempre una persona sana che incontra. Né è possibile pensare che con Rt a 0,51 l’incontro tra un solo infetto e un sano produce un “mezzo infetto”, dal momento che questo è impossibile.
Dopo la pubblicazione del filmato, Gallera ha attaccato il nostro giornale parlando di “pseudo-giornalisti”. A replicare è stato il direttore di TPI Giulio Gambino, con un editoriale intitolato “Per contagiare lo pseudo-assessore Gallera servono due infetti. Per salvare la Lombardia bastano due dimissioni” (qui il confronto tra Gallera e Gambino ad aprile a Quarta Repubblica).
Le foto con Fontana a Roma senza mascherina
Gallera è stato protagonista, insieme al governatore lombardo Fontana, di un altro piacevole episodio avvenuto a Roma a giugno e documentato da alcune immagini pubblicate in esclusiva da Selvaggia Lucarelli su TPI. L’assessore lombardo è stato infatti fotografato nel centro della Capitale senza mascherina, in un luogo affollato. Vicino a lui il presidente Fontana, anche lui sprovvisto di mascherina. In quel momento non era ancora in vigore la regola che imponeva di indossare mascherine all’aperto, tuttavia, da i due politici – provenienti da una delle Regioni più colpite dal Covid – ci si sarebbe aspettati la volontà di dare il buon esempio.
Le “stanze lussuose” degli ospedali privati “per pazienti ordinari”
Dopo quella sull’Rt, l’assessore al Welfare lombardo ha avuto un’altra uscita infelice a giugno, quando ha elogiato gli ospedali privati lombardi che “hanno aperto le loro stanze lussuose a pazienti ordinari, che venivano trasferiti dal pubblico”. Proprio la definizione di “pazienti ordinari” ha fatto scoppiare una polemica, perché lascia intendere che esistano anche pazienti “straordinari” esclusivamente per il fatto che siano paganti.
Il viceministro M5S Stefano Buffagni in quell’occasione scrisse su Facebook: “Ma Gallera non si vergogna? Queste non sono solo cose che un assessore al Welfare non dovrebbe dire… Non dovrebbe proprio pensarle!!! I cittadini sono tutti uguali! Non esistono pazienti di serie A e di serie B!”.
La corsa fuori Milano violando il Dpcm
Un altro imbarazzante episodio che ha visto protagonista Giulio Gallera è avvenuto all’inizio di dicembre. L’assessore aveva postato alcuni scatti sul suo profilo Facebook che lo ritraevano raggiante alla fine di un allenamento di jogging. A scriverne su TPI è stata Selvaggia Lucarelli, che ha verificato tramite Google Maps che Gallera, alla fine della sua corsa, non si trovava più nei confini del suo comune, come imponevano le regole in vigore nelle zone arancioni (come la Lombardia proprio in quei giorni) ma all’interno del Comune di Cernusco sul Naviglio, ben due comuni dopo Milano.
I “medici in ferie” e la campagna di vaccinazione
L’ultima gaffe di Gallera, che gli è costata la sfiducia anche da parte di Matteo Salvini, riguarda alcune sue dichiarazioni in un’intervista a La Stampa, in cui – rispondendo a una domanda sui ritardi nella campagna di vaccinazine anti-Covid in Lombardia – ha detto: “Abbiamo medici e infermieri che hanno 50 giorni di ferie arretrate. Non li faccio rientrare in servizio per un vaccino nei giorni di festa”. Parole gravi, soprattutto in una Regione che ha pagato un carissimo prezzo a causa della pandemia di Covid-19. E doppiamente gravi perché non corrispondenti alla realtà, come dimostrato da Veronica Di Benedetto Montaccini in questo articolo.
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