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    La gaffe del ministro Bonafede: “Se non si dimostra il dolo l’omicidio diventa colposo”. Avvocati infuriati

    Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede a Porta a Porta
    Di Donato De Sena
    Pubblicato il 13 Dic. 2019 alle 14:30 Aggiornato il 13 Dic. 2019 alle 14:39

    La gaffe del ministro Bonafede sull’omicidio colposo

    Una gaffe del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede fa infuriare gli avvocati. Lo scivolone del Guardasigilli è andato in onda in tv, durante la trasmissione di Raiuno Porta a Porta. Intervistato da Bruno Vespa sulla riforma della prescrizione, lo storico esponente del Movimento 5 Stelle ha dichiarato: “Quando per il reato non si riesce a dimostrare il dolo e quindi diventa un reato colposo ha termini di prescrizione molto più bassi”. Un’affermazione errata dal punto di vista tecnico-giuridico.

    Gli avvocati: “Si dimetta”

    Non si è fatta attendere una reazione dei professionisti. L’ordine degli avvocati di Palermo ha diffuso una nota al vetriolo. “Il ministro della Giustizia si dimetta”, ha scritto il Consiglio. “Considerato che si tratta di dichiarazioni del tutto errate dal punto di vista giuridico – si legge nel comunicato degli avvocati palermitani – e che tali affermazioni sono state poste a sostegno dell’opportunità della riforma della prescrizione, considerato che ingenerano confusione pericolosa nell’opinione pubblica e che l’avvocatura nutre il fondato timore che le riforme delle regole processuali e sostanziali in discussione siano basate sulla errata percezione e conoscenza degli istituti giuridici, chiede le immediate dimissioni del ministro”.

    Non sono mancati gli attacchi degli avversari politici. Alessandra Gallone, vicepresidente dei senatori di Forza Italia, ha dichiarato: “Bonafede dovrebbe studiare di più per evitare di dire castronerie e fare brutte figure. Affermare infatti che ‘un reato per il quale non si riesce a dimostrare il dolo, diventa colposo’ evidenzia la totale impreparazione di chi ricopre, purtroppo per noi, un ruolo importante come quello di Guardasigilli. Il successore di Giuliano Vassalli e di Alfredo Biondi ci racconta un nuovo modo di interpretare i codici e in particolare il codice penale”.

    E ancora: “È devastante la totale mancanza di competenza in un dicastero che, invece, dovrebbe essere il punto di snodo delle vite di cittadini e imprese. Un pessimo esempio per tanti giovani studenti che proprio oggi stanno sostenendo la terza prova dell’esame di avvocato. Se qualcuno di questi ragazzi scrivesse una simile stupidaggine, verrebbe giustamente bocciato. Mentre Bonafede è addirittura ministro, rappresentante di una realtà triste, inefficace, dannosa che noi auspichiamo termini quanto prima”.

    Dura anche Carolina Varchi, deputata di Fratelli d’Italia e capogruppo Fdi in commissione Giustizia: “Dopo l’imponente mobilitazione promossa dall’Unione delle camere penali la scorsa settimana, comincia da Palermo la rivolta contro l’approssimazione e la superficialità con cui Bonafede gestisce il Ministero della giustizia e la presunzione con la quale pretende di modificare i nostri codici. L’Italia, culla della civiltà giuridica da millenni, non può tollerare tutto questo”. “Auspico – ha aggiunto – che altre istituzioni forensi seguano l’esempio di coraggio e libertà dell’Ordine degli avvocati di Palermo, al quale sono orgogliosamente iscritta”.

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