La vicenda dei presunti furti di Piero Fassino in un duty free dell’aeroporto di Fiumicino potrebbe chiudersi con un pagamento di 500 euro da parte dell’onorevole del Pd.
Il suo avvocato, Fulvio Gianaria, ha infatti proposto al giudice per le indagini preliminari di Civitavecchia ricorrere all’istituto della “riparazione pecuniaria” sulla base di quanto previsto dall’articolo 162 ter del Codice Penale.
In base a questa norma, il giudice – sentite le parti e la persona offesa – può dichiarare estinto il reato se, prima di arrivare al dibattimento, l’imputato “ha riparato interamente (…) il danno cagionato dal reato, mediante le restituzioni o il risarcimento, e ha eliminato, ove possibile, le conseguenze dannose o pericolose del reato”.
Il legale ha dunque avanzato al gip la proposta di un pagamento di 500 euro da parte di Fassino nei confronti del negozio. Il sostituto procuratore Alessandro Gentile ha dato parere favorevole. Ora starà al giudice decidere se dare l’ok a questa soluzione compensativa.
“Abbiamo deciso così per non affrontare un processo e la sua portata mediatica”, spiega l’avvocato al quotidiano La Repubblica, sottolineando che il video che inchioderebbe il suo assistito “è molto equivoco” e che a suo avviso “siamo davanti a una dimenticanza” anziché a un furto.
Era lo scorso 15 aprile quando le videocamere di sorveglianza dell’aeroporto di Fiumicino riprendevano il deputato del Pd mentre infilava nella tasca una confezione di profumo da 130 euro senza poi pagarla.
La versione di Fassino è che, mentre stava per andare alla cassa, ha ricevuto una telefonata che lo avrebbe distratto. Ma secondo i dipendenti del negozio non era la prima volta che l’onorevole commetteva un furto in quel negozio.
La denuncia, ad essere precisi, è stata fatta per tentato furto (non per furto): una sentenza della Corte di Cassazione stabilisce infatti che il delitto non può dirsi consumato se si è ancora sotto la sorveglianza degli addetti.