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    Città contro campagna e il fattore banlieues: la mappa del voto in Francia

    Credit: Talleyrand6/Wikicommons
    Di Stefano Mentana
    Pubblicato il 3 Lug. 2024 alle 16:06 Aggiornato il 3 Lug. 2024 alle 16:08

    Se l’esito del voto legislativo francese è in gran parte delegato ai ballottaggi di domenica prossima, nonostante dal primo turno escano numerosi dati interessanti, la mappa di queste elezioni mostra ancora una volta la ripetizione di una serie di fattori consolidati nella geografia elettorale d’Oltralpe.

    Il risultato, infatti, ha in gran parte ricalcato i sondaggi della vigilia: il Rassemblement National è arrivato in testa con il 33,15 per cento dei voti – dato che rappresenta la prima volta in cui un erede del Front National arriva al vertice del voto popolare in un’elezione legislativa -, seguito dal Nouveau Front Populaire, cartello di tutti i partiti di sinistra dai socialisti alla gauche anticapitaliste passando per la France Insoumise di Melenchon, al 28,14 per cento, con Ensemble, la coalizione centrista a sostegno del presidente Emmanuel Macron, che tocca il 21,27 per cento, migliorando il magro 15 delle recenti europee. Segue poi il centrodestra dei Republicains intorno al 10 per cento, mentre molto magro il bottino di Reconquete di Eric Zemmour, schiacciato dal successo del RN e relegato sotto l’un per cento.

    Guardando rapidamente la mappa elettorale del voto francese si possono a prima vista scorgere una serie di fattori comuni a molte altre elezioni in giro per l’Europa. I migliori risultati di NFP ed Ensemble, infatti, arrivano soprattutto dalle grandi città, dove quasi in ogni caso riescono a superare il RN, con le eccezioni di Marsiglia, dove la destra, pur minoritaria, va forte in molti collegi, e di Nizza, dove il partito di Marine Le Pen ha sostenuto la candidatura di Eric Ciotti, leader dei Republicains in rotta con il proprio partito proprio perché favorevole all’accordo con RN. A Parigi, ad esempio, gli eredi del Front National si sono attestati appena al 10 per cento, meno di un terzo della media nazionale. Se la dinamica per cui le grandi città votano più facilmente partiti di sinistra o del centro liberale e le aree meno abitate e rurali votano di più a destra è qualcosa che si vede in molte parti d’Europa Italia compresa, diversa è la dinamica tra i centri città e la periferia che si vede in Francia. Se in molti Paesi i sobborghi e i quartieri periferici delle aree urbane e delle metropoli tendono a votare più facilmente a destra rispetto ai centri città dominati da quelle forze di centrosinistra che si sono conquistate l’attributo di “partito delle ZTL”, Oltralpe la situazione è più complessa e legata alla situazione specifica delle cosiddette banlieues, da tempo un feudo dei partiti di sinistra a partire da La France Insoumise che ha messo le numerose questioni legate a questi quartieri e ai loro abitanti al centro di diverse battaglie politiche.

    Se andiamo a vedere una serie di dati elaborati dall’istituto di sondaggi IPSOS basandosi sul dato delle legislative francesi, si nota come il Rassemblement National cali progressivamente come percentuale di consensi dai villaggi più piccoli alle metropoli. Nei comuni sotto i duemila abitanti, infatti, si attesta sul 40 per cento, che scende al 39 in quelli tra i duemila e i diecimila, al 36 in quelli tra i dieci e i cinquantamila, al 34 tra i cinquanta e i duecentomila fino al 28 nei comuni con oltre duecentomila abitanti. Percorso inverso invece per il Nouveau Front Populaire che totalizza il 23 per cento nei comuni più piccoli e il 33 in quelli più grandi, mentre Ensemble ottiene un consenso più stabile, rimanendo tra il 19 e il 23 per cento nelle diverse fasce.

    Se andiamo a vedere il dato nelle banlieues, notiamo come a trionfare sia soprattutto il NFP, così come alle presidenziali del 2022 al primo turno ad avere la meglio con percentuali molto elevate era stato il candidato di sinistra Jean-Luc Melenchon. Persino a Drancy, sobborgo ai margini di Parigi patria del golden boy della destra Jordan Bardella, sia NFP che Ensemble superano la destra. Per quanto la politica di parte della sinistra rivolta alle banlieues abbia mantenuto alti consensi nelle zone periferiche dei grandi centri urbani, non ha ovviato al crollo in termini di consensi nelle zone rurali. Guardando la mappa elettorale francese si nota come gran parte delle campagne e delle zone rurali abbia votato RN, con alcune eccezioni nell’ovest del Paese, in modo particolare in Bretagna. Emblematico il risultato nell’Alta Francia, soprattutto nel bacino minerario del Nord-Pas de Calais, un territorio una volta roccaforte della sinistra in cui il partito di Marine Le Pen tocca percentuali intorno al 50 per cento. E’ una sorte comune a molti distretti minerari in giro per il mondo quella di abbandonare una tradizione di sinistra per farsi roccaforti della destra: negli Stati Uniti, ad esempio, è quanto è accaduto alla West Virginia, bastione democratico fino agli anni Novanta e oggi stato in cui i repubblicani superano senza problemi il 60 per cento.

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