Francesco Vannucci, chi è il terzo uomo del caso dei fondi russi alla Lega
Francesco Vannucci è l’uomo del mistero nel caso dei presunti fondi russi alla Lega. Si infittisce il giallo sulla presunta identità di “nonno Francesco”, il cosiddetto “terzo uomo” dell’Hotel Metropol a Mosca.
Francesco Vannucci, il messaggio
Il caso ruota attorno a un lungo messaggio che un “presunto” Francesco Vannucci ha inviato all’Ansa per confessare “sono io nonno Francesco, ero all’hotel Metropol a Mosca, lo scopo dell’incontro era prettamente professionale, confido nella magistratura”: questo in sintesi il contenuto del messaggio che ieri si sono visti recapitare i giornalisti dell’agenzia di stampa.
Eppure la Procura di Milano, che indaga sui fatti, non ha confermato l’identità del mittente e, anzi, è più d’uno il dubbio che aleggia sulla vicenda.
Ma chi è Francesco Vannucci, il misterioso terzo uomo, che si sarebbe “autodenunciato” sul caso Lega-Russia? Sessantaduenne di Suvereto, in provincia di Livorno, si è definito “consulente bancario che da anni collabora con l’avvocato Gianluca Merenda”, il legale romano che già nei giorni scorsi era venuto allo scoperto dopo lo scoppio del caso Russia.
“Sono profondamente dispiaciuto di essere indicato in modo a volte ironico, a volte opaco, con lo pseudonimo di ‘nonno Francesco’”, ha scritto l’autore dei messaggi, riferendosi al soprannome con cui lo indicano nell’audio pubblicato dal sito britannico BuzzFeed News e prima di esprimere tutto il proprio rammarico per dover mettere a rischio la privacy sua e della sua famiglia.
Francesco Vannucci Lega, chi è
Il Francesco Vannucci che ha firmato i messaggi all’Ansa sarebbe un ex dipendente del Monte dei Paschi di Siena, con alle spalle anche un passato nelle politica, e in particolare nel centro sinistra: Vannucci è stato ex vice coordinatore della Margherita fino al 2006, quando, dopo una lite, ha preso le distanze dal partito. Nel 2010 è entrato a far parte del direttivo locale del Pd, prima di ritirasi definitivamente dalla politica.
Così come per l’avvocato Meranda, anche per Vannucci seguiranno le doverose indagini: dovrà essere prima identificato e poi – dopo le necessarie verifiche per capire se fosse davvero tra le sei persone (c’erano anche tre russi) che hanno preso parte all’incontro – convocato (non si sa se anche lui come persona informata sui fatti o indagato) nei prossimi giorni per essere ascoltato.
Gianluca Savoini, il presidente dell’associazione Lombardia-Russia, attualmente è l’unico indagato per corruzione internazionale, ma, convocato dai pm, si è avvalso della facoltà di non rispondere.
Indagini “complesse, difficili, lunghe, laboriose e internazionali”, come le ha definite il procuratore della Repubblica di Milano Francesco Greco, che continuano a generare sospetti, tanto da far preoccupare seriamente Palazzo Chigi per la credibilità, e in fin dei conti, per la tenuta del governo. Soprattutto perché si sta sgretolando il rapporto tra il Parlamento e il ministro dell’Interno Salvini per via del rifiuti di quest’ultimo di presentarsi alle Camere e riferire sul caso Russia.
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