L’idea era quella di fare una Netflix per veicolare in streaming contenuti culturali. Ma finora il risultato è un sito, Itsart, con numeri modesti rispetto alle ambizioni.
Secondo quanto risulta a TPI, infatti, nei tre mesi di attività (il lancio, a lungo rimandato, è arrivato il 31 maggio scorso) si contano solo 50mila utenti registrati.
Significa che hanno completato la registrazione al sito, appunto, non che siano abituali frequentatori. Su una platea di milioni di persone, un risultato al di sotto delle aspettative.
In totale sono stati visualizzati 200mila contenuti in streaming, tra quelli gratis e quelli a pagamento. Non è dato sapere, però, in quanti abbiano davvero pagato per assistere a qualche show.
Ma cos’è Itsart? Il ministro Dario Franceschini lanciò l’idea in piena pandemia per aiutare il mondo della cultura colpito dalle chiusure.
Per mesi il progetto è rimasto lettera morta, fino a che non è stata costituita una società, controllata al 51%, da Cassa depositi e prestiti e al 49% da Chili Spa, che annovera tra i fondatori Stefano Parisi, ex candidato alle Regionali nel Lazio.
Il ceo di Itsart è Gino Biagini, anche lui cofondatore di Chili. Al netto delle polemiche sul mancato coinvolgimento della Rai, il sogno del ministro sbatte contro la realtà.
Ma, spiegano a TPI, la società crede nella crescita: dagli attuali mille titoli, di cui sessanta in esclusiva, si punta ad arrivare a 1.500.
Nell’offerta entra Riccardo Muti con la direzione dei concerti per Dante e “InCanto di un Mito – Omaggio a Ennio Morricone” a Pompei.
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