Foto shock in caserma, Conte: Arma ha fatto bene a trasferire il carabiniere
Il premier Giuseppe Conte interviene sulla vicenda del carabiniere ucciso a Roma e del ragazzo americano bendato dai militari in caserma, immortalato in una foto shock che in queste ore sta facendo il giro del mondo. “Non c’è nessun dubbio – ha detto il capo del governo in un post sulla sua pagina Facebook – che la vittima di questa tragedia sia il nostro Mario. Invito tutti a considerare, tuttavia, che bene ha fatto l’Arma a individuare il responsabile di questo improprio trattamento e a disporre il suo immediato trasferimento”.
Sull’immagine del giovane bendato, poi, Conte ha detto che “riservare quel trattamento a una persona privata della libertà non risponde ai nostri principi e valori giuridici, anzi configura gli estremi di un reato o, forse, di due reati”. Ed è “censurabile” la diffusione della foto sui social.
E ancora: “L’Italia è uno Stato di diritto. Abbiamo principi e valori consolidati: evitiamo di cavalcare l’onda delle reazioni emotive tenuto anche conto che la nostra legislazione, in caso di omicidio volontario, contempla già l’ergastolo e non consente più sconti di pena. Tutto questo anche per merito di norme più severe introdotte da questo governo. Piuttosto dobbiamo ora vigilare affinché tutti coloro che hanno compiti di responsabilità facciano in modo che le norme siano rigorosamente applicate”.
Nel suo post Conte ha fatto sapere di aver avuto “un lungo incontro con i vertici dell’Arma dei Carabinieri e delle Forze Armate anche al fine di valutare misure di prevenzione sempre più efficaci in modo da evitare che delitti così efferati abbiano a ripetersi”.
“In questi momenti chi ha compiti di responsabilità fa bene a interrogarsi, in modo serio e responsabile, su quali siano le modalità più idonee a intensificare il contrasto al traffico e allo spaccio di stupefacenti da cui nasce questo delitto”, aggiunge.
Ieri pomeriggio Conte ha visitato la camera ardente per rendere onore al vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, che descrive come “un servitore dello Stato che amava l’Arma dei Carabinieri, un uomo generoso che dedicava le pause di lavoro a iniziative di solidarietà”.
Dal capo del governo anche un pensiero per la famiglia del militare: “Lo Stato partecipa commosso al dolore della moglie Rosa Maria, della madre Silvia, della sorella Lucia, del fratello Paolo, e di tutti i familiari e amici che, amandolo, più soffriranno la mancanza del suo sorriso e del suo temperamento allegro”. “Al sentimento di commozione si accompagnano vari interrogativi che la vicenda suscita nell’opinione pubblica e in ciascuno di noi”.
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