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    Fondi russi alla Lega, tutta la storia in 40 punti

    L'inchiesta de L'Espresso, l'audio di BuzzFeed, il ruolo di Savoini, le bugie di Salvini, l'indagine giudiziaria

    Di Donato De Sena
    Pubblicato il 18 Lug. 2019 alle 16:20 Aggiornato il 19 Lug. 2019 alle 10:28

    Fondi russi Lega, tutta la storia sulla presunta trattativa a Mosca

    Il caso degli incontri a Mosca per far arrivare fondi russi nelle casse della Lega ha conquistato l’attenzione di tutto il mondo della politica e minaccia l’equilibrio tra il partito di Matteo Salvini e il Movimento 5 Stelle. Ecco, di seguito una ricostruzione completa della vicenda, dalle inchieste giornalistiche di Espresso e BuzzFeed all’inchiesta giudiziaria, dall’incontro a Mosca allo scontro politico, dal presunto finanziamento alle bugie del capo del Carroccio. Tutta la storia in 40 punti. (Ultimo aggiornamento il 18 luglio 2019)

    L’inchiesta di BuzzFeed

    1. Il 10 luglio 2019 il sito d’informazione americano BuzzFeed ha pubblicato un’inchiesta su una trattativa segreta avvenuta a Mosca tra un collaboratore di Matteo Salvini, Gianluca Savoini, presidente dell’associazione Lombardia Russia, ed altri faccendieri russi, emissari del governo, membri dell’establishment del presidente Vladimir Putin, per far arrivare un finanziamento milionario alla Lega.

    2. La legge italiana vieta ai partiti di ricevere donazioni dall’estero e al momento dell’incontro nella capitale russa era possibile solo grazie a un cavillo ed entro un limite massimo di 100mila euro l’anno. Un accordo per far arrivare fondi alla Lega dalla Russia è da considerare quindi illegale.

    3. In realtà il contenuto dell’inchiesta di BuzzFeed era già noto da tempo. Un’inchiesta sull’incontro a Mosca per un finanziamento della Lega attraverso una compravendita di carburante, firmata dai giornalisti Giovanni Tizian e Stefano Vergine, era già stata scritta a febbraio ne Il Libro Nero della Lega e anticipata dall’Espresso. “Il 17-18 ottobre abbiamo mandato due giornalisti sulle tracce dei soldi della Lega a Mosca”, ha ricordato il direttore del settimanale Marco Damilano. “Una trattativa sul gasolio che doveva finanziare la campagna elettorale. Non sappiamo com’è finita”.

    L’incontro a Mosca

    4. L’incontro di Gianluca Savoini con i russi è avvenuto il 18 ottobre all’hotel Metropol di Mosca. Matteo Salvini non era presente ma in quei giorni il segretario della Lega si trovava in visita nella città per un convegno di Confindustria Russia, la branca di Confindustria che assiste le imprese italiane che operano nel territorio della Federazione Russa.

    5. All’incontro all’hotel Metropol erano presenti sei persone, tre italiane. Insieme a Savoini c’erano anche Gianluca Meranda e Francesco Vannucci.

    6. L’inchiesta giornalistica di BuzzFeed comprende anche una registrazione audio esclusiva in cui Savoini tratta con gli uomini del Cremlino, e trascrizioni di dialoghi.

    7. Oltre ad essere presidente dell’associazione culturale Lombardia Russia, Savoini è il direttore responsabile di una rivista politico-culturale, Logos, ma soprattutto è un ex collaboratore di Roberto Maroni e un ex portavoce di Salvini. È iscritto alla Lega dal 1991 e da allora si occupa di Russia, anche frequentando personaggi dell’estrema destra locale. Per il Carroccio coltiva da anni i rapporti con il Cremlino.

    8. Sia Savoini che Salvini, oggi vicepresidente del Consiglio e ministro dell’Interno, segretario della Lega dal 2013, hanno negato che il partito abbia mai ricevuto un euro di finanziamenti illegali. “Ho già querelato in passato, lo farò anche oggi, domani e dopodomani: mai preso un rublo, un euro, un dollaro o un litro di vodka di finanziamento dalla Russia”, è stata una delle prime dichiarazioni del leader del Carroccio. Savoini ha parlato di “mistificazione, inganno, falsità, mascalzonata”.

    9. Gianluca Meranda, un avvocato di Roma, ha rivelato di aver partecipato all’incontro a Mosca in una lettera al quotidiano La Repubblica. Stando a quanto raccontato, all’hotel Metropol si parlò solo di una possibile compravendita di petrolio, che poi peraltro “non si perfezionò”.

    10. Meranda è il cofondatore e partner di uno studio legale internazionale specializzato anche nel diritto d’affari. Si definisce un avvocato internazionalista con un’esperienza ultraventennale e dice di essere il “Luca” di cui si parla nelle registrazioni audio pubblicate da BuzzFeed. Tra i suoi principali clienti ci sono compagnie petrolifere e banche di affari italiane ed estere.

    11. Ha rivelato di essere presente al Metropol anche Francesco Vannucci, un ex banchiere della provincia di Livorno, un trascorso politico nella Margherita e nel Pd. Avrebbe partecipato “in qualità di consulente esperto bancario che da anni collabora con l’avvocato Meranda”. “Lo scopo dell’incontro – ha dichiarato – era prettamente professionale e si è svolto nel rispetto dei canoni della deontologia commerciale. Non ci sono state situazioni diverse rispetto a quelle previste dalle normative che disciplinano i rapporti d’affari”.

    Il presunto finanziamento

    12. I soldi sarebbero dovuti arrivare alla Lega con un finanziamento mascherato da accordi commerciali, una compravendita di gasolio. In particolare, nel corso dei colloqui a Mosca, si è discusso di far arrivare il denaro al partito attraverso l’acquisto di almeno tre milioni di tonnellate di carburante da parte dell’Eni. Si sarebbe concordato di praticare uno sconto all’azienda italiana e di destinare la quota risparmiata alle casse del partito di Matteo Salvini.

    13. Il valore del presunto finanziamento russo alla Lega è stato stimato da BuzzFeed in 65 milioni di dollari, circa 58 milioni di euro.

    14. L’Eni rispondendo a BuzzFeed ha smentito ogni coinvolgimento e l’esistenza di una simile operazione.

    15. All’incontro all’hotel Metropol sia italiani che russi erano disposti a nascondere il fatto che il vero beneficiario dell’accordo sarebbe stata la Lega. Come detto, si tratterebbe di una grave violazione della legge italiana. Ma è evidentemente grave anche solo l’apertura di una simile trattativa.

    16. Non è chiaro se la trattativa si sia effettivamente conclusa.

    17. Dal Cremlino hanno commentato l’inchiesta giornalistica sostenendo che la pubblicazione di audio e trascrizioni dell’incontro “non prova nulla”. Il portavoce del presidente russo Putin, Dmitri Peskov ha dichiarato: “Non c’è niente da commentare”. “Abbiamo visto il rapporto di BuzzFeed e abbiamo analizzato la trascrizione dei colloqui ma questo non prova nulla. Non vediamo ragione per commentare”, sono state le sue parole.

    L’inchiesta giudiziaria

    18. Sul presunto finanziamento russo alla Lega la Procura di Milano ha aperto un’inchiesta, che viene seguita dal procuratore aggiunto Fabio De Pasquale e dai pm Gaetano Ruta e Sergio Spadaro. L’ipotesi di reato è corruzione internazionale. L’inchiesta è scattata dopo i primi articoli dell’Espresso sulla vicenda pubblicati a febbraio.

    19. Gianluca Savoini, Gianluca Meranda e Francesco Vannucci sono indagati per corruzione internazionale.

    20. Convocato dai magistrati Savoini si è avvalso della facoltà di non rispondere. Lo stesso ha fatto anche Gianluca Meranda.

    21. L’avvocato di Savoini ha dichiarato che il suo assistito non parlerà fino alla chiusura delle indagini.

    22. La Guardia di Finanza, su delega dei pm Spadaro e Ruta e del procuratore aggiunto De Pasquale, ha perquisito le abitazioni di Meranda e Vannucci.

    23. Sulla vicenda dei presunti fondi russi alla Lega, il Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza che controlla l’operato dei servizi segreti, ha chiesto approfondimenti e chiarimenti all’Aise, l’Agenzia per la sicurezza esterna. Il direttore dell’Aise, Luciano Carta, è stato sentito in audizione. Ma avrebbe fornito solo risposte di carattere generale, senza entrare nei dettagli del caso, per via dell’inchiesta giudiziaria in corso.

    Il ruolo di Savoini

    24. Ad ottobre 2018 non era certamente la prima volta che Savoini andava in Russia in concomitanza di una visita di Matteo Salvini. “Sono nella Lega dal 1991 e coordino gli incontri di Salvini con gli ambienti russi”, aveva detto già nel 2018 in un’intervista al quotidiano Il Foglio. Il 4 luglio 2019, pochi giorni prima della pubblicazione dell’inchiesta di BuzzFeed, aveva partecipato alla cena governativa in occasione della visita di Vladimir Putin a Roma.

    25. Stando a quanto ricostruito in maniera dettagliata dal Fatto Quotidiano Savoini era presente a 9 viaggi ufficiali fatti di Salvini in Russia tra il 2014 e il 2018.

    26. Gianluca Savoini è riconosciuto a livello europeo come un facilitatore tra la destra italiana e la Russia, anche se ufficialmente nella Lega non ha incarichi. Il 28 giugno 2019 ad esempio ha pubblicato un tweet raccontando di aver partecipato ad una conferenza presso il gruppo parlamentare di Alternative für deutschland, il partito di estrema destra tedesca con simpatie neonaziste. E in un video il deputato di Afd Frank Pasemann lo ha descritto come consulente politico della Lega per la Russia.

    27. Salvini, intervistato dal sito International Affairs nel 2014, definiva Savoini un suo rappresentante ufficiale. Il leader leghista parlava di “my official representatives Gianluca Savoini and Claudio D’Amico”.

    Lo scontro politico

    28. La vicenda dei presunti fondi russi alla Lega ha subito scatenato forti reazioni politiche. Sia da parte dell’opposizione che nella stessa maggioranza di governo. Il Pd ha continuamente evidenziato il silenzio di Matteo Salvini sulla vicenda ed è arrivato a chiedere le dimissioni del vicepremier e ministro, attraverso il suo presidente Paolo Gentiloni.

    29. Sia il Partito Democratico che il Movimento 5 Stelle hanno chiesto al leader leghista di riferire in Aula alle Camere. “Quando il Parlamento chiama, il politico risponde, perché il Parlamento è sovrano e lo dice la nostra Costituzione”, è stato un commento del capo politico M5S Luigi Di Maio. “Il dibattito all’interno del Parlamento è sempre qualcosa di positivo, di giusto, di buono. Quella è la strada più giusta”, ha detto invece il presidente della Camera Roberto Fico. Più netto nei confronti di Salvini è stato l’esponente pentastellato Alessandro Di Battista, che ha definito il leghista un “bugiardo”, “impegnato a mentire”, con una difesa “ridicola”.

    30. Il Pd ha chiesto al suo gruppo al Parlamento Ue S&D, Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici, di proporre l’istituzione di una commissione speciale per analizzare le influenze russe e di altre potenze straniere sulle Elezioni Europee 2019.

    31. Anche il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha preso le distanze dal suo vice Salvini. Il capo del governo come i vertici M5S ha invitato Salvini a riferire in Parlamento: “Perché no?”. Lo stesso premier ha poi deciso di riferire al Senato, il 24 luglio.

    32. Salvini ha continuato per giorni a manifestare la sua indisponibilità a parlare alle Camere. Il 18 luglio ha dichiarato: “Non riferisco sulla fantasia. C’è un’inchiesta aperta da mesi, bene, la chiudano. Siamo assolutamente tranquilli, aspettiamo con ansia la chiusura di queste indagini. Quando vado all’estero non è per affari ma per difendere l’interesse del mio Paese”.

    Le bugie di Salvini

    33. Sulla vicenda della presunta trattativa per far arrivare fondi russi alla Lega Matteo Salvini ha fornito informazioni false. Innanzitutto il segretario del Carroccio ha negato che Gianluca Savoini fosse un suo collaboratore o membro dei suoi staff durante le visite in Russia. Ma sono state pubblicate diverse foto che hanno immortalato il faccendiere con Salvini al tavolo di delegazioni italiane e russe. “Savoini non ha mai fatto parte di delegazioni ufficiali in missione a Mosca con il ministro”, aveva fatto sapere il portavoce dopo l’inchiesta di BuzzFeed.

    34. Il 13 luglio BuzzFeed ha pubblicato il contenuto di una mail in cui, il 17 luglio 2018, Savoini diceva di aver fatto parte della visita di Salvini a Mosca del giorno prima, il 16 luglio 2018, nella veste di “membro dello staff del ministro”. “Non ho ufficio a ministero ma collaboro direttamente con Matteo Salvini a seconda delle sue richieste. Conoscendoci da sempre”, faceva sapere il presidente di Lombardia Russia.

    35. Salvini viene smentito anche da una mail pubblicata il 14 luglio dal quotidiano La Stampa, riguardante una richiesta di invitare Savoini alla cena con Putin a Roma. Il presidente dell’associazione Lombardia-Russia sarebbe stato inserito tra gli invitati su richiesta dell’ex deputato Claudio D’Amico, uno stretto collaboratore di Salvini, “consigliere per le attività strategiche di rilievo internazionale”.

    36. Come ricostruito da Repubblica, Salvini ha finto di non conoscere l’associazione Lombardia Russia di Savoini nonostante l’associazione e la Lega condividano lo stesso stabile a Milano.

    37. Come raccontato dal Fatto Quotidiano, in un’intervista del 2015 a Vzglyad, un quotidiano online vicino al Cremlino, Salvini riconosceva il ruolo di Gianluca elencando le funzioni della sua associazione. Il segretario della Lega su Lombardia Russia spiegava: “Lavora a stretto contatto con l’ambasciata russa in Italia e sta lavorando all’agenda della nostra visita” a Mosca, visita che avrebbe avuto luogo nel mese di dicembre successivo. “È con grande piacere che partecipo al lavoro dell’associazione”, aggiungeva il vicepremier.

    L’obiettivo della trattativa sui fondi russi alla Lega

    38. L’obiettivo delle riunioni per far arrivare fondi russi alla Lega era quello di sostenere in segreto il partito di Matteo Salvini, che nel 2018 era la forza politica di destra che cresceva di più in Europa. Il finanziamento sarebbe stato, il condizionale è d’obbligo, un modo per dare linfa a un movimento, quello italiano, in grado di trainare anche le altre formazioni sovraniste del Vecchio Continente, quelle con una politica più distante da Bruxelles e più vicina a Mosca, alla Russia Unita di Putin.

    39. In un discorso del 2016 inviato al Forum antiglobalizzazione di Mosca, Gianluca Savoini, oltre a vantarsi di aver portato Salvini alla Duma, manifestava il suo pieno apprezzamento per le politiche di Putin. “Noi siamo felici di essere qui – diceva – in Russia oggi, perché da veri europei sentiamo che la vera Europa è qui. Un’Europa dei popoli liberi, un’Europa che non vuole essere invasa da ondate migratorie scatenate dalle politiche vergognose globaliste che cercano manodopera a basso costo da schiavizzare (e li chiamano profughi!)”. In questi anni i media russi hanno lodato l’attività della sua associazione Lombardia-Russia e le prese di posizione della Lega contro le sanzioni imposte dall’Europa alla Russia.

    40. La vicenda dei fondi russi alla Lega si aggiunge allo scandalo dei 49 milioni di euro intascati grazie a un trucco sui rimborsi elettorali.

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