Fondi russi Lega | La lettera di un avvocato: “Ero al Metropol con Savoini, ecco la verità”
Nel caso sui presunti fondi russi alla Lega arriva un mini-colpo di scena. Il quotidiano La Repubblica oggi, sabato 13 luglio, ha pubblicato la lettera di un uomo che sostiene di aver partecipato all’incontro nell’hotel Metropol di Mosca, nell’ottobre 2018, tra Gianluca Savoini e gli intermediari russi, nel quale si sarebbe discusso di possibili finanziamenti da parte del Cremlino al partito di Matteo Salvini [la ricostruzione completa del caso].
A scrivere è un avvocato di Roma, Gianluca Meranda [chi è], partner dello studio legale internazionale Sqlaw e specializzato nel diritto d’affari. Il professionista, che spiega di non essersi “mai occupato di finanziamenti ai partiti”, conferma che all’incontro era presente il leghista Gianluca Savoini [chi è] ma spiega che si parlò solo di una possibile compravendita di petrolio, che poi peraltro “non si perfezionò”. Nessuna trattativa per far arrivare fondi russi alla Lega, dunque.
“Confesso apertamente di non votare più da circa dieci anni. Non mi sono mai occupato di finanziamenti ai partiti. Non ho mai avuto incarichi in nessun partito e non ho intenzione di cominciare proprio adesso”, precisa Meranda. “Da uomo libero e di buoni costumi, tuttavia, spero che il Paese si libererà presto di questo non più sopportabile modo di fare politica”.
“Specifico di aver partecipato alla riunione del 18 ottobre 2018 a Mosca in qualità di General Counsel di una banca d’affari anglo-tedesca debitamente autorizzata al c.d. commodity trading ed interessata all’acquisto di prodotti petroliferi di origine russa”, scrive l’avvocato [chi è Gianluca Meranda].
E ancora: “Confermo di aver conosciuto il dottor Gianluca Savoini e di averne apprezzato l’assoluto disinteresse personale nei pochi incontri avuti in relazione alle trattative. I restanti interlocutori all’incontro del 18 ottobre sono professionisti che a vario titolo si occupano di questa materia, esperti sia in compravendite internazionali, sia di prodotti specifici (oil products) che in quel momento erano oggetto del negoziato. Come spesso accade in questo settore, e nonostante gli sforzi delle parti, la compravendita non si perfezionò”.
“Apprendo quindi con stupore dagli organi di stampa che questo incontro avrebbe indotto una Procura del Repubblica ad avviare una inchiesta per reati come corruzione internazionale o finanziamento illecito ai partiti”, sottolinea Meranda. “Da uomo di legge so bene che non tocca a me stabilire se e quale reato sia stato commesso e, semmai dovesse esserci un’inchiesta, sarei a totale disposizione degli inquirenti”.
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