Fiducia governo Conte
Martedì 5 giugno 2018 il governo guidato da Giuseppe Conte e sostenuto da Movimento Cinque Stelle e Lega ha ottenuto la fiducia al Senato con 171 voti favorevoli, 117 contrari e 25 astenuti. Trecentotredici i senatori presenti.
Oggi a partire dalle ore 12, nell’aula di Palazzo Madama, il premier ha esposto le sue dichiarazioni programmatiche.
“Le forze politiche che integrano la maggioranza di governo sono state accusate di essere populiste, antisistema”, ha detto Conte. “Se populismo è l’attitudine della classe dirigente ad ascoltare la gente, se antisistema significa mirare a introdurre un nuovo sistema che rimuova vecchie incrostazioni di potere, ebbene queste forze politiche meritano entrambe queste qualificazioni”.
Nel pomeriggio si è svolta la discussione dell’aula, con la replica dell’ex premier Matteo Renzi.
Prendendo la parola al Senato, Renzi ha garantito “il rispetto dei ruoli del governo e delle opposizioni”, ma ha criticato le forze di maggioranza dicendo che “da inciucio a contratto cambia solo il vocabolario” (qui il discorso di Matteo Renzi al Senato).
È intervenuta anche la senatrice a vita Liliana Segre, che nel suo discorso si è schierata contro ogni legge speciale, riferendosi in particolare alla situazione di rom e sinti.
Domani, mercoledì 6 giugno, è prevista invece la votazione sulla fiducia alla Camera dei deputati. Dalle 9 alle 14.30 si svolgerà la discussione generale, alle 15.45 ci saranno le repliche del presidente del Consiglio e al termine i gruppi terranno le loro dichiarazioni di voto.
Le votazioni nominali invece a partire dalle 17.40 (qui la diretta sul governo).
Quali numeri servono per la fiducia
Per avere la fiducia dal parlamento il governo Conte deve ottenere la maggioranza assoluta, ovvero la metà più uno dei componenti dell’assemblea. Si tratta di avere almeno 316 voti alla Camera e 158 al Senato.
A Montecitorio l’esecutivo Conte può contare su una maggioranza ampia, con un totale di 352 deputati su 630. Di questi 222 sono deputati del M5s, 124 della Lega e 6 del gruppo Misto.
Al Senato la maggioranza è apparsa inizialmente più risicata, ma si è rafforzata nel corso della trattativa M5s-Lega.
Si stimava che il nuovo esecutivo avesse proprio i voti di 171 senatori su 315, di cui 58 della Lega e 109 del Movimento 5 stelle, cui si sarebbero aggiunte quattro preferenze espresse nel corso delle consultazioni del premier Conte (gli ex grillini Maurizio Buccarella e Carlo Martelli e i due esponenti del Movimento per gli italiani all’Estero Ricardo Antonio Merlo e Adriano Cario).
Quali partiti votano la fiducia
I voti certi in favore della fiducia sono ovviamente quelli della Lega e del Movimento Cinque Stelle, che sostengono l’esecutivo e hanno sottoscritto un contratto di governo.
Come anticipato, i parlamentari del gruppo delle Autonomie (Svp-Patt-Union Vadotaine) potrebbero aggiungersi alla maggioranza, perché hanno lasciato aperta la porta a Conte dopo le ultime consultazioni, anche se la Svp sembra orientata all’astensione.
Anche Fratelli d’Italia, il partito guidato da Giorgia Meloni, che conta 18 senatori e 32 deputati, si asterrà sulla fiducia. Si tratta di una mossa di apertura verso il governo, perché in base alla riforma del regolamento al Senato l’astensione non vale più come voto contrario, ma come astensione appunto, come già accadeva alla Camera.
Hanno annunciato invece il loro voto contrario Forza Italia, i cui parlamentari sono stati eletti insieme alla Lega e a Fratelli d’Italia nella coalizione di centrodestra, il Partito democratico e Liberi e Uguali, che in totale contano 230 deputati alla Camera e 117 senatori a Palazzo Madama.