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    Mattarella: “La Costituzione deriva dalla lotta di Liberazione, è bene ricordarcelo”

    Credit: Quirinale
    Di Enrico Mingori
    Pubblicato il 2 Giu. 2024 alle 10:31

    In occasione delle celebrazioni del 2 Giugno per la Festa della Repubblica, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ricorda come la nostra Costituzione derivi dalla lotta di Liberazione e rimarca la piena adesione dell’Italia al progetto dell’Unione europea.

    “Celebrare i 78 anni della nascita della Repubblica Italiana richiama i valori della nostra identità e di una Costituzione lungimirante e saggia, frutto della straordinaria rinascita che prese le mosse dalla lotta di Liberazione”, scrive il Capo dello Stato nel suo messaggio di ringraziamento alle forze armate. “Indipendenza e libertà sono conquiste che vanno difese ogni giorno, in comunione di intenti e con la capacità di cooperare per il bene comune”.

    “I Padri della Patria – sottolinea Mattarella – erano consapevoli dei rischi e dei limiti della chiusura negli ambiti nazionali e sognavano una Italia aperta all’Europa, vicina ai popoli che ovunque nel mondo stessero combattendo per le proprie libertà. Il nostro contributo, e in esso delle Forze Armate, alla causa della pace e della stabilità internazionali è più che mai prezioso nell’odierna situazione caratterizzata da devastazioni e aggressioni alle popolazioni civili in Europa e in Medio Oriente”.

    Stessi concetti ribaditi anche nel messaggio rivolto ai prefetti: “Nel 1946 – ricostruisce il presidente – la scelta del popolo italiano per la Repubblica scrisse una pagina decisiva di democrazia e pose le basi per un rinnovato patto sociale, che avrebbe trovato compiuta articolazione nella Carta costituzionale. Un esito al quale si giunse dopo i tragici eventi bellici e la lotta di Liberazione dal nazifascismo, costellata da molteplici episodi di eroismo, da eccidi efferati, di cui nel corso di quest’anno, con commossa partecipazione, viene commemorato l’ottantesimo anniversario in numerose località”.

    “Fare memoria del lascito ideale di quegli avvenimenti fondativi – avverte il Capo dello Stato – è dovere civico e preziosa opportunità per riflettere insieme sulle ragioni che animano la vita della nostra collettività, inserita oggi nella più ampia comunità dell’Unione europea cui abbiamo deciso di dar vita con gli altri popoli liberi del continente e di cui consacreremo, tra pochi giorni, con l’elezione del Parlamento Europeo, la sovranità”.

    Ieri, sabato 1 giugno, al Quirinale si è svolto un concerto per la Festa della Repubblica in onore del corpo diplomatico accreditato presso lo Stato Italiano. Nel portare i suoi saluti, Mattarella ha osservato che, come subito dopo la Seconda Guerra Mondiale, “avvertiamo oggi a livello mondiale l’esigenza di impegnarsi per la pace, di perseguire insieme ovunque libertà e sviluppo, democrazia, rifiutando con determinazione baratti insidiosi: sicurezza a detrimento dei diritti, assenza di conflitti aggressivi in cambio di sottomissione, ordine attraverso paura e repressione, prosperità economia in cambio di sudditanza”.

    Mattarella ha poi fatto specifico riferimento ai due principali conflitti attualmente in corso nel mondo: “In Medio Oriente – ha detto – a seguito della brutale ed efferata aggressione terroristica ad opera di Hamas, con l’assassinio di tante persone innocenti, la spirale di reazioni di spaventosa violenza che ne è scaturita crea immani sofferenze e un numero sconvolgente di vittime tra la popolazione civile palestinese, devastazioni nei territori coinvolti, disseminazione di odio per il prossimo futuro, insicurezza per tutti in quella fondamentale regione”.

    Secondo il presidente, “occorre avviare subito un processo che ponga termine ai massacri e conduca finalmente a una pace stabile, con il pieno e reciproco riconoscimento dei due Stati di Israele e di Palestina, necessariamente in tempi ravvicinati affinché sia realmente possibile”.

    Quanto alla guerra in Ucraina, Mattarella ha accusato la Russia di aver “riportato la guerra nel cuore dell’Europa e scavato nuovamente un solco tra i Paesi del continente che sognavamo in pace e collaborazione, liberi e democratici da Lisbona a Vladivostok”.

    “La Federazione russa – ha aggiunto il Capo dello Stato – ha demolito l’architettura di sicurezza che ha garantito pace e stabilità al continente europeo per lunghi decenni, sin dagli accordi di Helsinki della metà degli anni settanta, e ha lanciato una nuova, angosciosa, corsa agli armamenti. Si tratta di un comportamento tanto più grave in quanto posto in essere da uno dei paesi su cui ricadono maggiori responsabilità nella comunità internazionale, in quanto membro permanente del Consiglio di sicurezza”.

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