L’onorevole della Lega Laura Cavandioli, della commissione vigilanza Rai, interviene sul caso Fedez, che ha scatenato il terremoto in campo leghista dopo che il rapper ha accusato alcuni esponenti del Carroccio di omofobia sul palco del Primo Maggio. “Vogliono vietare Dumbo ai minori di 7 anni ma l’ideologia gender insegnata a scuola va bene”, ha scritto Cavandioli a commento del post di Matteo Salvini, che dopo l’esibizione al Concertone ha invitato il rapper a “prendere un caffè insieme”, ricordando di essere un “difensore della libertà”.
“Adoro la Libertà. Adoro la musica, l’arte, il sorriso. Adoro e difendo la libertà di pensare, di scrivere, di parlare, di amare. Ognuno può amare chi vuole, come vuole, quanto vuole. E chi discrimina o aggredisce va punito, come previsto dalla legge.”
“È già così, per fortuna. Chi aggredisce un omosessuale o un eterosessuale, un bianco o un nero, un cristiano o un buddhista, un giovane o un anziano, rischia fino a 16 anni di carcere. È già così”, ha scritto Salvini sul suo profilo.
“Reinvito Fedez a bere un caffè, tranquilli, per parlare di libertà e di diritti. Il diritto alla vita ed all’amore sono sacri, non si discutono. Per me anche il diritto di un bimbo a nascere da una mamma e un papà è sacro, mentre il solo pensiero dell’utero in affitto e della donna pensata come oggetto mi fanno rabbrividire. Così come, da padre, non condivido che a bimbi di 6 anni venga proposta in classe l’ideologia gender, o si vietino giochi, canti e favole perché offenderebbero qualcuno. Non scherziamo”.
“Viva la Libertà, che non può imporre per legge di zittire o processare chi crede che la famiglia, come anche la Costituzione prevede, sia la cellula, il nucleo, il cuore, il passato, il presente e il futuro del mondo”, ha concluso il segretario del Carroccio.
Cavandioli ha rincarato la dose: “La libertà di educare i figli al rispetto delle libertà altrui non deve essere limitata o eliminata. Vogliono vietare i film di Dumbo e degli Aristogatti ai minori di 7 anni, ma l’ideologia gender e maschilista nelle scuole va bene?”, ha scritto la deputata in quota Lega e dal 30 marzo membro della Commissione di vigilanza Rai.
Intanto non si placano le polemiche per il monologo di Fedez, che ieri ha fatto i nomi e i cognomi dei leghisti che in passato si sono distinti per parole particolarmente omofobe nei confronti dei gay. Come Giovanni De Paolo, consigliere regionale della Liguria, che disse: “Se avessi un figlio gay, lo brucerei nel forno”.<
Già prima dell’esibizione di Fedez i deputati leghisti membri della Commissione di Vigilanza di Viale Mazzini avevano diffuso una nota in cui annunciavano conseguenze nel caso in cui il rapper avesse “usato il palco della Festa del Lavoro per fini politici”, invitando la Rai a “impugnare il contratto” e far pagare ai sindacati l’intero costo dell’evento.