Fattori M5s errori Di Maio | Paola Nugnes | Elena Fattori | Luigi Di Maio | Alessandro Di Battista
Fattori M5s errori Di Maio | La senatrice Paola Nugnes ha deciso di lasciare il Movimento 5 Stelle.
Dopo dieci anni di militanza e politica attiva nonché decine di scontri con il capo politico Luigi Di Maio, la senatrice pentastellata, da mesi sotto procedimento da parte dei probiviri per essersi rifiutata, insieme ad altri colleghi, di votare la fiducia al Decreto Sicurezza, ha comunicato la propria decisione con un’intervista rilasciata al quotidiano “Il Manifesto”.
Luigi Di Maio ha criticato la scelta di Nugnes e ha velatamente lanciato avvertimenti agli altri “compagni di partito”, sottolineando che non intenderà scontrarsi con altre destabilizzazioni di questo tipo.
Per commentare l’addio di Paola Nugnes al Movimento 5 Stelle TPI ha raggiunto telefonicamente la senatrice Elena Fattori, storica “ortodossa” del M5S nonché compagna di battaglie della ex pentastellata.
Massimo rispetto, è una scelta personale, da parte mia rimane sempre la massima stima. Io le ho scritto che mi piacerebbe continuare a collaborare con lei sui temi su cui c’eravamo concentrate indipendentemente dal suo spostamento nel gruppo misto.
Siamo ormai arrivati all’ottavo mese, tra un po’ raggiungiamo la durata di una gravidanza! Comunque non ho ancora avuto nessuna notizia in merito, rimango in attesa della decisione del collegio.
Le distanze sui temi sono assolutamente incolmabili, ma il punto è che io credo sia importante rimanere dentro per rappresentare i veri 5 Stelle.
Be’ sì, in giro per l’Italia ci sono molte persone che continuano a fare attivismo come una volta, che credono ancora nei principi fondanti del Movimento 5 Stelle. Con questo non voglio assolutamente criticare la scelta di Paola Nugnes, che è una scelta personale e rispettabilissima. Ognuno decide il proprio percorso.
Io credo che sia proprio il mancato ascolto da parte di Di Maio a destabilizzare il Movimento 5 Stelle. La ricchezza del Movimento è sempre stata l’intelligenza collettiva, se a un certo punto decidi che al posto di un coro debba esserci una sola voce stai cambiando le carte in tavola. Se poi inizi anche ad attaccare la libertà personale di scrivere libri e limiti la libertà di opinione allora si arriva a livelli da regime.
Il problema è che così si è destabilizzato un qualcosa che aveva il 34% dei consensi in Italia. Fossi in lui mi chiederei come mai non è riuscito a integrare dei personaggi importanti per il Movimento 5 Stelle. Paola Nugnes è entrata nel meet-up prima di Luigi Di Maio, ha una storia solida, anche Alessandro Di Battista, con tutto quello che si può dire, è sicuramente parte della storia del Movimento 5 Stelle. Il problema non sono i protagonisti di questa storia ma chi cambia romanzo.
Percentuale che forse non sarebbe bastata a eleggere un sindaco di provincia!
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Battuta a parte, in realtà il regolamento che tutti abbiamo sottoscritto impediva a Di Maio di fare consultazioni su se stesso, quindi lui per primo ha violato il regolamento. Penso però fosse un passaggio necessario per capire se avrebbe dovuto continuare a guidare il Movimento 5 Stelle, però una volta riconfermato avrebbe dovuto cambiare rotta. Prendersela con due attivisti storici mi sembra veramente fuori luogo. Avrebbe magari dovuto alzare il telefono, chiamare Paola Nugnes e cercare di risolvere. L’unica soluzione al momento è modificare lo statuto del 2017 e tornare a quello originario.
Ma no, guardi, in realtà anche io all’epoca ho votato Luigi Di Maio perché lo ritenevo una persona capace di ascoltare gli altri. Noi all’epoca però votammo non per il capo politico come si intende oggi, ma per un capo politico che portasse il programma del Movimento 5 Stelle alle elezioni al posto di Beppe Grillo.
Esatto. Lui avrebbe dovuto essere un portavoce di tutte le anime del M5S e all’epoca Luigi sembrava in grado di farsi carico delle istanze di tutti. Io credo che molti l’abbiano votato per questo, non per fare il “leader maximo” o il “capo dei capi”. Anche quest’ultima votazione lascia il tempo che trova, non c’erano altri contendenti. In genere, se uno perde si dimette e si elegge un nuovo capo politico, magari anche lui stesso.
Sono anche cortesie che si fanno nei confronti di chi ti appoggia.
No, ma io non sono d’accordo con il sostituire Di Maio. Io credo sia da rivedere la struttura verticistica del Movimento, la struttura dell’uomo solo al comando. Non si può sostituire un Movimento con un partito verticistico, lo snaturi. Io non ce l’ho con Di Maio – anche se molti lo credono -, gli ho sempre dato supporto e pensavo fosse il più tranquillo e dialogante. Evidentemente non è così, ma allora adesso una domanda a se stesso dovrebbe porsela.
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