Expo, la rabbia di Gualtieri: “Avevamo delle lettere di impegno da Paesi che alla fine non ci hanno votato”
“È stata una brutta sconfitta”. Così Roberto Gualtieri dopo il terzo e ultimo posto rimediato ieri a Parigi, nel voto per aggiudicare la sede di Expo 2030. Una batosta peggiore delle già basse aspettative degli addetti ai lavori, che speravano in un secondo posto per accedere al ballottaggio. Invece la vittoria di Riad è stata talmente netta, con 119 voti, da non richiedere un secondo turno.
A Roma alla fine sono andati i voti di 17 paesi, poco più di un terzo dei 50 previsti alla vigilia, 12 in meno dei 29 di Busan. “Riad ha dilagato. Ha espresso una forza economica che ha reso questo Expo del tutto particolare”, ha commentato Gualtieri dopo la sconfitta, tornato a battere il tasto sull’influenza che i “petroldollari” hanno avuto sulla campagna. “Siamo amareggiati, naturalmente. Il nostro progetto era molto bello, ma i rapporti di forza economici che sono stati espressi, come avevamo anche denunciato, hanno portato a un voto nettissimo, a una vittoria schiacciante di Riad”, ha affermato il sindaco di Roma, secondo quanto riporta Repubblica.
“Tutti hanno visto la campagna. Sono andati anche oltre le note verbali scritte a sostegno degli altri candidati. Tutti possono trarre le loro considerazioni su questo”. “Avevamo delle lettere di impegno firmate da ambasciatori di Paesi che alla fine non ci hanno votato”, ha spiegato l’ex ministro, che ha citato il caso della Bosnia. “Ci siamo spesi al massimo per trovare un accordo. Ma al nostro incontro è seguito a strettissimo giro quello con Riad”.