Il ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia torna a parlare a TPI con un’intervista video condotta dal direttore Giulio Gambino. Un colloquio di 20 minuti dopo il voto sulle Regionali 2020 e sul referendum per il taglio dei parlamentari. Secondo il ministro, dopo la tornata elettorale “quello Pd-M5S è l’unico governo possibile” e deve rimanere guidato da Conte “che è un ottimo premier”.
“PD-M5s: alleanza naturale”
Per Boccia l’alleanza giallo-rossa è un’alleanza naturale, anche se per molti non lo era. “Coloro che si sentono progressisti e riformisti – dice il ministro a TPI – Coloro che ritengono centrali la sanità pubblica, la scuola pubblica, la transazione energetica e digitale e la ridistribuzione della ricchezza delle priorità e un punto fermo non possono non stare dalla stessa parte. Quindi il Pd, il M5S, Leu e mi auguro Italia Viva dovrebbero stare dalla stessa parte, dentro una cornice che è quella dell’europeismo. Che poi è il motivo che ci ha fatto chiudere la nomina della von der Leyen e anche che ci ha fatto arrivare al risultato dei fondi europei per il Mes e Recovery Fund”. Dopo questo voto, il Pd ne esce rafforzato. “Un anno e mezzo fa – spiega Francesco Boccia – siamo usciti dalla sconfitta delle europee e il Pd ha ritrovato la sua identità grazie a Nicola Zingaretti. Abbiamo fatto un percorso dalle macerie delle politiche”. (Qui la pillola sull’alleanza Pd-M5S).
“Elezioni Regionali, Conte sapeva che stavamo combattendo anche per lui”
Le regionali, sottolinea il ministro, sono andate bene soprattutto in Puglia dove Emiliano “ha vinto grazie ai pugliesi che hanno difeso 15 anni di rivoluzione. La Puglia è cambiata tantissimo e solo la Laricchia non se ne è accorta. In quella battaglia Conte sapeva che stavamo combattendo anche per lui. Era molto contento del risultato” (Qui la pillola su Conte).
“Quella dei pugliesi non è una lobby – scherza il ministro Dem – E’ che siamo ovunque. Abbiamo dato alla Lombardia e al Nord Italia gran parte dei residenti negli ultimi anni. Sorrido quando sento alcuni attacchi al sud e al meridione. I pugliesi si tengono poi sempre per mano. In questa vicenda è stato naturale tornare sul territorio. Non c’è stato neanche il bisogno di chiamarci e ci siamo ritrovati insieme io, Antonio De Caro, Emiliano, Nichi Vendola”. Poi qualche idea per il futuro della Regione: “Credo che Antonio Decaro sia il successore naturale di Emiliano. Un sindaco eccellente di Bari e sta svolgendo molto bene il ruolo di presidente dell’Anci”, spiega Boccia (Qui la pillola su Decaro).
“In Italia oggi esistono solo due forze: Pd-5s insieme e Lega”
Il ministro è categorico: “Dalle elezioni del 20 e 21 settembre viene fuori un quadro con solo due forze politiche alternative: non tre o quattro come pensano alcuni. Pd e M5S da una parte e Lega dall’altra“. Quella Lega che però ha “sbagliato in una terra libera come la Puglia a fare quello che hanno fatto Meloni e Salvini dicendo “Vi cacciamo tutti, occupiamo…”. Quella Lega dell’onda verde che esiste ancora, “ma non penso sia maggioranza nel paese. E credo che il suo limite sia l’antieuropeismo”. Boccia salva solo Luca Zaia, il governatore riconfermato in Veneto: “Lui è un’altra cosa, ha un rispetto delle istituzioni che auspico possano avere anche tutti gli altri”, commenta il ministro. (Qui la pillola sulla Lega).
Non trovano spazio nella visione di Boccia altri partiti separati a sinistra: “Se Renzi – dice – è convinto di essere andato bene, gli faccio gli auguri…Io ho una visione diversa. Penso che non ci sia uno spazio fuori dalla nostra aggregazione. Fuori dal Pd c’è il centrodestra. Mi auguro che stia con noi perché abbiamo radici comuni”. Sul rimpasto è un no quello del ministro: “Non appassiona il Partito Democratico”, sottolinea. (Qui la pillola su Renzi).
“Le autonomie sono una priorità”
Boccia ci garantisce che “il disegno di legge quadro presto approderà in Consiglio dei Ministri”. E Salvini che rivendica la presidenza della conferenza Stato-regioni per la Lega? “Mi invita a nozze – dichiara Boccia – Gli vorrei dire: la Conferenza è il cuore delle istituzioni. In questo momento ci sono 14 regioni di centrodestra, 5 di centrosinistra. Bonaccini ha lavorato benissimo e ha riconoscerglielo sono soprattutto i presidenti di centrodestra. La conferenza ha salvato il Paese nella gestione Covid, Salvini non so se capisce questa dinamica”. (Qui la pillola su Salvini).
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