Attilio Fontana confermato alla guida della Lombardia e Francesco Rocca a “strappare” il Lazio al centrosinistra rappresentano un risultato che “rafforza il governo”: parola di Giorgia Meloni, la premier che – nonostante una forte influenza la costringa a letto – trova il modo di felicitarsi per il successo della coalizione di centrodestra alle urne nelle due regioni strategiche.
Il suo partito, Fratelli d’Italia, fa il pieno di voti (pur in una tornata segnata da un astensionismo da record) e si conferma al vertice del trittico con Lega e Forza Italia. In Lombardia fa il 25,2% a sostegno di Fontana, espressione del Carroccio, mentre nel Lazio raccoglie il 33,6% con un uomo scelto direttamente da via della Scrofa, ex presidente della Croce Rossa.
La Lega tiene il punto con il 16,5% in Lombardia e l’8,4% nel Lazio: per il partito di Matteo Salvini – che rivendica il “successo” parlando di “gioco di squadra che funziona” – nonostante il calo rispetto alle scorse regionali (nel 2018 aveva ottenuto il 29,6% in Lombardia e il 9.98% nel Lazio), è un risultato positivo se si fa il raffronto confronto con le Politiche: lo scorso 25 settembre aveva ottenuto il 13,9% in Lombardia e il 6,1% nel Lazio.
Chiude il cerchio Forza Italia, al 7,2% al Pirellone (14,3% nel 2018) e all’8,4% alla Pisana (14,6% cinque anni fa). Silvio Berlusconi ha telefonato ai due vincitori per complimentarsi del “grande successo della coalizione”. “I tre leader — ha spiegato FI in una nota — hanno convenuto che sarà da stimolo a proseguire l’ottimo lavoro fatto sinora dal governo, che ha come orizzonte l’intera legislatura”.
Sul fronte degli sconfitti, né l’alleanza in Lombardia con il M5S attorno a Pierfrancesco Majorino né la scelta di correre assieme al Terzo Polo nel Lazio con Alessio D’Amato hanno permesso al Pd di spuntarla.
Per Enrico Letta, segretario uscente del Nazareno, “l’Opa sul Partito democratico ha fatto male a chi l’ha tentata, ci auguriamo che questo risultato serva a M5S e Terzo polo per capire che l’opposizione va fatta al governo e non al Pd”. “Enrico – la risposta di Carlo Calenda – nel Lazio ci siamo coalizzati e li abbiamo dimezzati. Basta con il vittimismo”.
E dal M5S Giuseppe Conte non nasconde la delusione: “Non siamo riusciti a comunicare la concretezza del nostro progetto politico”. La sua candidata di punta nel Lazio, Donatella Bianchi, ha chiuso al terzo posto con il 10,8% delle preferenze.
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