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    Elezioni 2022, Letta: “Faremo opposizione dura e intransigente. Non mi candiderò al congresso del Pd”

    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 26 Set. 2022 alle 12:22 Aggiornato il 26 Set. 2022 alle 13:18

    Elezioni 2022, Letta: “Faremo opposizione dura e intransigente. Non mi candiderò al congresso del Pd”

    Il Partito democratico si prepara alla resa dei conti. Dopo il deludente risultato alle elezioni, in cui la sola Fratelli d’Italia ha quasi  preso quanto l’intero centrosinistra, il segretario Enrico Letta oggi ha annunciato che non si ricandiderà al congresso per decidere il futuro del partito. “Assicurerò la guida del partito fino al congresso”, ha detto Letta, affermando che gli organi del partito saranno riuniti “nei prossimi giorni” per “accelerare il percorso che dovrà portarci al congresso”.

    Durante la conferenza stampa tenuta oggi al Nazareno, Letta ha riflettuto sul risultato del voto che ha visto una netta vittoria della coalizione di centrodestra. “”Gli italiani e le italiane hanno scelto, è stata una scelta chiara e netta. L’Italia avrà un governo di destra, la tendenza emersa in Svezia è confermata anche in Italia. È un giorno triste, ci aspettano giorni duri”, ha detto l’ex presidente del Consiglio, promettendo che il Pd farà un’opposizione “dura e intransigente”. “Ci siamo battuti in tutti i modi per evitare questo esito”, ha detto il segretario dem, affermando che il Partito democratico “è la prima forza di opposizione nel parlamento e nel paese”. “Siamo capaci di fare opposizione, l’abbiamo fatta in passato e un limite profondo è stato il fatto che negli ultimi dieci anni siamo sempre stati, in un modo o nell’altro sempre al governo”, ha detto.

    Letta ha anche assicurato che il Pd non consentirà “che l’Italia si stacchi dal cuore dell’Europa e dai valori europei e dai valori costituenti”, affermando che l’unico modo di battere la destra era il campo largo. “Ma non è stato possibile perché alcuni interlocutori si sono sfilati, altri sono stati con noi e li voglio ringraziare”, ha detto. “Il campo largo non è stato possibile non per nostra responsabilità”, ha sottolineato Letta, che si è detto “molto amareggiato” per l’esito della candidatura di Emma Bonino: “il fuoco amico di Calenda non lo ha permesso”, ha detto. Letta ha accusato duramente l’ex alleato Giuseppe Conte e il Movimento 5 stelle, parlando di un “tentativo dichiarato di sostituirci”. “Se siamo passati da Mario Draghi a Giorgia Meloni a Palazzo Chigi è frutto della scelta di Giuseppe Conte di far cadere il governo, tutto nasce da lì”, ha ribadito Letta.

    “Sono tornato a marzo dello scorso anno con l’obiettivo di tenere unito il Pd dalla prospettiva di disgregazione. L’altro obiettivo era preparare una legislatura democratica e progressista. Il risultato del primo obiettivo è raggiunto, il Pd è in campo, si rivela una comunità viva e forte su tutti i territori e lavorerà per costruire in prospettiva quello che non è stato possibile fare questa volta”, ha affermato. “Ma se il primo obiettivo è raggiunto, evidentemente non ho raggiunto il secondo obiettivo, perché questa legislatura sarà la legislatura più a destra della storia d’Italia. Un rammarico profondo ma uno stimolo a continuare a lottare. Assicurerò la guida del partito fino al congresso”, ha aggiunto.

    Intanto iniziano a circolare i nomi dei possibili successori. Tra i candidati più probabili l’attuale presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini e il sindaco di Pesaro Matteo Ricci. A sinistra, vengono ipotizzate anche le candidature del ministro del Lavoro Andrea Orlando e del vicesegretario Peppe Provenzano.

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