Elezioni Molise 2018 | Chi è Carlo Veneziale, candidato del Pd
Carlo Veneziale ha 49 anni, è laureato in economia e lavora come agente assicurativo. È assessore regionale uscente allo Sviluppo economico. Oggi è il candidato del Partito Democratico alla presidenza del Molise, nell’ambito delle elezioni regionali 2018.
Ha ricoperto anche diverse cariche partitiche, tra cui quelle di responsabile provinciale dell’organizzazione dei Ds a Isernia e segretario cittadino del Pd nello stesso capoluogo. TPI lo ha raggiunto telefonicamente per chiedergli come intende rivitalizzare una sfida politica che, ad oggi, dà per favoriti nettamente il Movimento 5 Stelle e il centrodestra (vedi ultimi sondaggi).
Il Molise soffre, come altri territori del sud, dei morsi della crisi.
Ciò che si può fare è proseguire nel cammino che abbiamo già intrapreso, il quale è un sistema di sostegno alle aziende attraverso una dotazione finanziaria nazionale.
Bisogna inoltre valere sui fondi comunitari e attuare delle norme che prevedano inderogabilmente che le aziende, qualora dovessero accedere al beneficio pubblico di sostegno agli investimenti, debbano assumere tanto coloro che prima avevano un lavoro e ora purtroppo no, quanto coloro che non hanno mai avuto un lavoro.
Attraverso questo sistema crediamo di aver individuato la via perché l’occupazione possa crescere, naturalmente sostenuta e aiutata anche dai recenti provvedimenti nazionali che aiutano gli imprenditori ad abbattere il costo del lavoro e ai quali stiamo per affiancare provvedimenti analoghi di carattere regionale.
Il Molise è ancora immune da alcuni processi di criminalità organizzata molto più evidenti in regioni limitrofe quali per esempio Campania e Puglia.
Quello che intendiamo fare è l’istituzione di un’unica cabina di regia, che tenga dentro istituzioni e rappresentanti delle forze dell’ordine, affinché insieme si concerti la possibilità di aumentare la dotazione di risorse umane sul territorio.
Bisogna fare questo con una prevenzione continua, mantenendo immune il Molise rispetto a ipotesi di infiltrazioni mafiose da altre regioni che purtroppo hanno un tasso di criminalità maggiore del nostro.
La sanità in Molise è commissariata, come accade in altre regioni del sud.
Siamo stati condotti al commissariamento da una sciagurata gestione di dodici anni di centrodestra sino a cinque anni fa.
Attraverso l’opera di risanamento,ormai praticamente conclusa, noi intendiamo utilizzare le risorse a disposizione per garantire una sanità pubblica e di qualità rafforzata appunto attraverso nuove assunzioni e nuovi investimenti, che ci consentano di integrarla poi con un privato convenzionato e gratuito ma soltanto per le eccellenze.
Noi abbiamo avuto un quinquennio molto complicato a causa della situazione ereditata dalla destra e sopratutto un primo triennio molto complicato rispetto a un’ipotesi di dover necessariamente fare i conti con la realtà.
Dopo un primo triennio, caratterizzato sopratutto da un’opera di risanamento, si sono poste le basi per un successivo quinquennio di crescita e sviluppo.
Chiusa quella fase, è indispensabile aprirne una nuova che sia caratterizzata appunto da questa prospettiva positiva e archiviare, definitivamente, la fase del risanamento dei conti.
Perché le motivazioni di carattere politico e programmatico che hanno portato alla divisione tra LeU e Pd, rispetto a un quadro nazionale non riuscivano a trovare sintesi.
In Molise, anche prendendo atto in maniera consapevole del risultato delle politiche e in considerazione del fatto che si tratta di un voto amministrativo, dove i cittadini molisani saranno chiamati a scegliere il proprio presidente per i prossimi cinque anni, si è ritenuto correttamente di dover trovare una sintesi programmatica unitaria e anche sulla mia figura, di tutto il quadro del centrosinistra.
Questo per evitare da un lato che si torni alle nefandezze del passato con il centrodestra e dall’altro sopratutto per evitare un’ipotesi di regione governata dai cinque stelle, il che sarebbe per il nostro territorio un vero danno.
Io reputo che il nostro sia un voto amministrativo. Credo si tratti di una vicenda che assume più carattere giornalistico che nella realtà.
Ho visto che però alcuni leader nazionali, in particolare di M5S, sono un po’ tornati indietro rispetto a questa dichiarazione.
Questo è avvenuto probabilmente dopo che i Cinque Stelle si sono resi conto che l’ipotesi di vittoria va via via scemando nel corso di questa campagna elettorale.
Si sono accorti che puntare così forte l’attenzione, caratterizzando il voto molisano con un evolversi del quadro nazionale, si è trasformato in un boomerang e questo gli ha fatto prendere contezza di quanto l’ipotesi di una vittoria Cinque Stelle diventasse sempre meno concreta.
Detto questo però è chiaro che votandosi solo in due regioni, per il momento solo in Molise, è anche comprensibile come la politica debba necessariamente trovare qualcosa di cui occuparsi.
Gli ultimi sondaggi risalgono ormai a quindici giorni fa.
Questi sondaggi però segnavano una marcata ripresa del centrosinistra rispetto al voto delle politiche.
Io credo che i sondaggi aiutino molto sul dato della tendenza: prendendo questo concetto in considerazione credo che la partita sia assolutamente equilibrata in un testa a testa a tre, il cui esito lo scopriremo solo dopo le urne.
Quello che posso dire è che rispetto alla situazione di partenza, già con quel sondaggio abbiamo certificato una netta ripresa e questa ripresa è ancora più certificata dalla sensazione che stiamo avendo in campagna elettorale.
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