Il 17 aprile 2019 più di 190 milioni di cittadini in Indonesia sono chiamati alle urne: per la prima volta nella storia del paese nello stesso giorno si terranno le elezioni presidenziali, parlamentari e regionali.
Sono circa 245mila i candidati alle urne del 17 aprile, ma a contendersi la carica di presidente del paese sono in due: il capo di Stato uscente, Joko Widodo, e Prabowo Subianto, ex generale.
Secondo gli ultimi sondaggi, Widodo dovrebbe essere riconfermato a capo dell’Indonesia, ma l’opposizione ha giurato battaglia e ha già denunciato irregolarità nei registri elettorali
Prabowo Subianto
Subianto era sposato con la figlia dell’ex dittatore Suharto, che ha governato l’Indonesia con un pugno di ferro per 30 anni.
È stato accusato di complicità nei diversi casi di violazione dei diritti umani commessi dal dittatore Suharto, ma non è mai stato condannato. Dopo aver passato molti anni all’estero, è tornato sulla scena politica del paese nel 2009.
Si è candidato anche alle elezioni presidenziali del 2014, perdendo contro il presidente uscente con un margine molto stretto. Al centro della sua campagna elettorale vi sono state misure contro la povertà e la disoccupazione.
Il generale può contare sul supporto dell’élite del paese ed è sostenitore di una visione più conservatrice dell’islam.
Joko Widodo
Il presidente uscente viene da una famiglia di umili origini ed è diventato famoso dopo aver ricoperto la carica di governatore di Giacarta nel 2012.
Nelle elezioni presidenziali del 2014 si è presentato agli elettori come un “uomo del popolo”, promettendo di eliminare la povertà, la corruzione e il nepotismo.
Durante il suo mandato, l’economia è cresciuta costantemente, il tasso di povertà è diminuito e alcuni progetti chiave nell’ambito delle infrastrutture sono stati portati a termine.
Widodo è accusato di non aver però risolto i problemi legati alla violazione dei diritti umani e di aver venduto l’Indonesia ai paese stranieri a causa dei rapporti commerciali instaurati con la Cina, oltre ad essere accusato di essere anti-islamico perché pratica un Islam moderato.
Come si vota
Le urne sono aperte dalle 7 ora locale. Gli elettori dovranno compilare manualmente 5 schede per scegliere presidente, il vicepresidente e i candidati delle legislative.
Per poter esprimere la propria preferenza è necessario presentare la propria tessera elettorale elettronica: il problema però è che in alcune provincie più remote e povere, solo il 50 per cento della popolazione la possiede, per cui almeno 1,6 milione di indigeni non potrà votare.
Per garantire la sicurezza del voto saranno dispiegati più di 500mila agenti di polizia e militari, a cui si affiancheranno osservatori giunti da 33 paesi.
I primi risultati delle elezioni saranno resi noti il mercoledì della prossima settimana, anche se il nome del vincitore ufficiale non si conoscerà prima di maggio.