Elezioni Friuli Venezia Giulia 2018 | Chi è Sergio Cecotti, candidato per Il Patto per l’Autonomia
Sergio Cecotti è il candidato governatore de Il Patto per l’Autonomia alle elezioni regionali del Friuli Venezia Giulia.
Nato a Udine, ha 61 anni e in passato ha ricoperto diverse cariche amministrative come esponente della Lega Nord.
È già stato presidente della regione dal 5 settembre 1995 al 28 aprile 1996 con l’appoggio del centrosinistra.
Successivamente, è stato sindaco di Udine dal 1998 al 2008, prima alla guida di una giunta leghista appoggiata da due liste civiche, poi con una coalizione civica appoggiata dal centrosinistra.
La rottura con la Lega Nord si è consumata nel 2003 in polemica con le imposizioni romane della Casa delle Libertà.
Nella nostra regione c’è una fortissima emigrazione giovanile, il doppio della media italiana in percentuale.
Questo è dovuto al fatto che i giovani non vedono una prospettiva per il loro futuro.
Noi immaginiamo che la regione, dopo molti anni di inattività, debba dotarsi di un modello di sviluppo basato su innovazione e industria 4.0, che le permetterebbero di rilanciarsi.
Dobbiamo introdurre nuovi posti di lavoro e nuove imprese e attuare anche uno sviluppo di natura diversa da quello che abbiamo conosciuto in questi anni, che è stato anche molto limitato.
Non sono sfruttate perché non sono messe a sistema. La regione, in anni passati, aveva svolto la funzione di regia del sistema territoriale e aveva coordinato l’insieme di tutte le energie della società per realizzare uno sviluppo che effettivamente c’era stato in anni lontani.
Negli ultimi dieci anni la regione ha abdicato a questa sua funzione, lasciando la società senza una guida. A parte qualche eccellenza che si è sviluppata da sola in modo spontaneo.
Non c’è stato un sistema che è riuscito a stare dentro ai processi globali da protagonisti e questo non ha portato a un risultato positivo.
La valuto molto male. La reputo negativa sopratutto riguardo tre temi: sanità, riforma degli enti locali e rinuncia di molte risorse che lo Stato avrebbe dovuto dare alla nostra regione.
Con la gestione della Serracchiani, la qualità della sanità in regione è precipitata.
La riforma degli enti locali è fallita completamente e la rinuncia di quelle risorse ha impoverito la nostra terra.
L’area calda della Ferriera deve essere necessariamente chiusa. Non credo ci siano alternative e nessuno ha proposto alterative sensate.
A questo punto reputo non resti altro che chiuderla.
La gestione dei migranti appartiene allo Stato.
Se lo Stato è irresponsabile come in questi cinque anni, nessuno può fare molto.
Se fossi io il presidente del Friuli Venezia Giulia, difenderei gli interessi degli abitanti di questa regione, anche nei confronti dello Stato.
Inoltre non permetterei allo Stato di fare quello che ha fatto negli ultimi cinque anni, cioè scaricare su questo territorio i problemi dovuti all’inefficienza e all’incapacità dello Stato di controllare i confini.
Sono storicamente buone. Si tratta di relazioni basate sulla condivisione di molti aspetti e di collaborazione.
Certamente questi rapporti vanno rafforzati.
Noi, in particolare, abbiamo cattivi collegamenti ferroviari con la Slovenia e dobbiamo porvi rimedio, perché non è pensabile che non si possa andare a Lubiana con il treno.
Penso che elezioni regionali dovrebbero servire a scegliere un progetto di futuro per questa regione e una squadra che possa attuarlo.
Invece le elezioni vengono sfruttate per rafforzare questo o quel leader nel gioco della partita romana.
Questo non ci sta bene, perché ci sentiamo usati per interessi di altri.
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