Elezioni Europee Servizio Pubblico | Rai – Ci avevano promesso che sarebbe cambiato tutto. Ci dicevano, loro che oggi sono al governo, che i telegiornali erano asserviti e che l’informazione è manipolata. E allora vediamoli i numeri, che non si smentiscono, dei telegiornali pubblici della scorsa settimana così come puntualmente riportato dall’AGCOM, alla vigilia delle Elezioni Europee 2019, forse le più sentite e importanti degli ultimi anni.
Tenendo conto di Tg1, Tg2, , TG3 e RaiNews svetta con il 25,71% del tempo dedicato alla politica il Movimento 5 Stelle, segue al 25,48% la Lega di Salvini e il 16,61% spetta al Partito Democratico. E poi? Poi c’è Forza Italia al 15,98% (in realtà lo stesso tempo dedicato al Partito Democratico, per dire) e poi segue ovviamente (al 5,75%) Fratelli d’Italia (nonostante abbia risultati politici ben inferiori.
Vi sembra tutto normale? No, per niente. È l’atavico vizio della lottizzazione della televisione pubblica italiana che ogni cambio di governo si mortifica elasticamente a riverire i padroni di turno, facendo della pluralità un concetto piuttosto astratto e del cambiamento un nulla di fatto. Ma c’è di più: alcune forze politiche non hanno nemmeno avuto l’occasione di farsi ascoltare e di farsi vedere e si presentano a queste europee con lo svantaggio di essere ovviamente poco riconoscibili, se non addirittura sconosciuti.
La Sinistra, ad esempio si attesta sulla ridicola percentuale dell’1,82% per una forza politica che è comunque in Parlamento e che avrebbe dovuto avere la possibilità di raccontare la ricomposizione elettorale in occasione delle prossime europee. Niente.
Per la televisione pubblica non esistono forze a sinistra del PD e anche se ci sono non meritano attenzione. Europa Verde (in un momento in cui il mondo scende in piazza per l’ambientalismo, tanto per dire, si attesta sullo 0,46% che è praticamente la metà dello 0,75% dedicato invece a Forza Nuova., che merita evidentemente più share che elezioni.
Anche questa corsa elettorale è dopata, al solito, da dati da brividi. Si fa un gran parlare di par condicio ma i numeri sono lì, disponibili alla consultazione, liberamente, da tutti.
Ora voi immaginate di dover competere contro avversari che hanno mezzi estremamente più potenti dei vostri, con un vantaggio in termini di visibilità e tempo a disposizione che è lontanissimo dalle dimensioni del vostro campo da gioco. Immaginate di giocare una finale con un calciatore contro undici in un torneo (e in un campo) che dovrebbe garantire la regolarità della partita e che, soprattutto, ha passato tutti gli ultimi anni a lamentarsi dello stesso metodo che ora applica mentre si trova al comando. Qualcuno potrebbe dire che si è sempre fatto così. Ebbene. Si è sempre fatto male. Anche questa volta.