Elezioni Emilia-Romagna, TPI intervista Stefano Bonaccini
Il direttore di TPI, Giulio Gambino, intervista Stefano Bonaccini, candidato del centrosinistra alle elezioni regionali dell’Emilia-Romagna, in programma domenica 26 gennaio 2020. L’appuntamento è molto atteso anche a livello nazionale: dall’esito del voto potrebbe dipendere la tenuta del governo.
Abbiamo chiesto in diverse occasioni un’intervista anche alla candidata di centrodestra Lucia Borgonzoni, ma non ha mai risposto.
Siamo fiduciosi perché crediamo che, accanto a tante cose di buon governo che ci vengono riconosciute anche dagli elettori di Lega e Cinque Stelle, abbiamo messo in campo un programma che punta a migliorare questa regione: a riportare la piena occupazione, a ridurre ulteriormente i tempi di attesa nei Pronti Soccorso.
In campagna elettorale ho fatto diverse iniziative con Zingaretti, con alcuni ministri, con Emma Bonino, con Matteo Renzi, con Carlo Calenda, con esponenti anche europei dei Verdi e di altre forze politiche. Ma l’ho detto subito: qua si parla di Emilia-Romagna, chi viene qui deve venire a dare risposte ai problemi dell’Emilia-Romagna. Borgonzoni si è vista in pochissimi Comuni, Salvini è il benvenuto, ma è qui un ospite: il 27 gennaio tornerà a casa e non lo vedrete mai più. Mentre questa è la mia casa: io c’ero prima, ci sono oggi e ci sarò dopo.
Io ho sei liste che mi sostengono: se avessi messo un solo simbolo, avrei tolto dignità alle altre liste. Ma le dirò di più: il nome Bonaccini è nel simbolo delle liste del Pd e di Emilia coraggiosa.
Mi sono rivolto a loro dal palco di Bologna il 7 dicembre, quando abbiamo riempito con 10mila persone una piazza in cui il centrosinistra non andava da quindici anni. Le Sardine hanno avuto il merito straordinario di riportare tanta gente a partecipare e di dimostrare che non solo Salvini riempie le piazze.
La strumentalizzazione su quella vicenda fatta dalla Lega in modo così indegno è una cosa che non si era mai vista nella storia repubblicana.
Loro vanno a Bibbiano per dire l’esatto opposto: che c’è una comunità che non merita di essere messa all’indice a livello globale.
Non decidono le nostre convinzioni, i selfie o i sondaggi. L’importante saranno i voti nelle urne e credo che per noi sarà una bella nottata.
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