Con il deposito dei contrassegni di partito al Viminale è ufficialmente iniziata la corsa al voto. Le porte del ministero dell’Interno si sono aperte alle otto di venerdì 12 agosto e si chiuderanno alle 16 di domenica 14: le forze politiche che intendono partecipare alle elezioni del 25 settembre per far eleggere i propri rappresentanti in Parlamento hanno dunque tre giorni di tempo per depositare il contrassegno.
A differenza di quanto spesso viene raccontato, la posizione sulla scheda elettorale non dipende dall’ordine di arrivo in Viminale, ma si sorteggia tra i partiti che vengono fino alla fine ammessi alle elezioni, eppure la fila davanti al Ministero si è formata sin dalle prime ore di questa mattina, con alcuni che si sono presentati ieri sera: il primo a “piazzarsi” nella bacheca della “Direzione Centrale per i Servizi Elettorali” del Viminale è stato il Partito liberale Italiano, seguito dal Maie (Movimento associativo italiani all’estero) e dal Sacro Romano Impero “cattolico e pacifista” di Mirella Cece, che però non parteciperà alle elezioni.
Non tutti coloro che depositano il contrassegno, infatti, corrono per un seggio: qualcuno registra il contrassegno per evitare che il proprio logo venga riutilizzato, altri per testimonianza e tradizione. Altri ancora provano a correre depositando il simbolo, ma dovranno comunque attendere che il Viminale verifichi il possesso di tutti i requisiti necessari, tra cui la raccolta firme entro il 20 agosto per le coalizioni i cui partiti, a dicembre 2021, non avevano un gruppo parlamentare o non avevano corso alle elezioni del 2018. Sono necessarie 36mila firme per un seggio alla Camera e di circa 20mila per il Senato. È questa la situazione in cui si trovano, per esempio, Italexit di Gianluigi Paragone e Rifondazione Comunista italiana.
Tra i contrassegni principali e più rappresentativi, che sicuramente compariranno sulla scheda elettorale il prossimo 25 settembre, il primo ad essere registrato è stato quello della Lega. “Siamo il primo grande partito, come da tradizione, a consegnare il suo simbolo Lega-Salvini Premier. È il primo passo per andare a vincere” ha dichiarato il senatore del Carroccio Roberto Calderoli davanti al Viminale.
Per il momento sono stati depositati anche quello di Azione e Italia Viva, che correranno insieme dopo l’accordo last minute stretto in settimana, il quale prevede anche che nel logo appaia solo il nome di Carlo Calenda e non quello di Matteo Renzi, insieme alla scritta Renew Europe, il gruppo politico liberale del Parlamento Europeo di cui fa parte Azione. Depositato anche il simbolo dei Gilet Arancioni di Antonio Pappalardo. In bacheca anche il contrassegno del partito del Naturalismo, del partito “Gay”, di quello dei Pensionati, e di quello dell’ex M5S Dino Giarrusso, “Sud chiama Nord“.
C’è anche il “partito della Follia Creativa” di Giuseppe Cirillo, detto “Doctor Seduction”, che anche in passato ha presentato diverse liste (tra cui “preservativi gratis” e “il partito delle buone maniere” alle comunali di Roma), il quale a Tpi dice: “Il file rouge tra tutti i simboli che ho presentato è la libertà. Ho raccolto già l’80 per cento di firme”, cita lo slogan di Steve Jobs (“Stay hungry, stay foolish”) e annuncia che nel suo programma elettorale sarà prevista la “multa” ai politici, una misura per monitorare il loro operato a metà mandato.
Alle 13 di oggi mancavano ancora alcuni “big”, tra cui Fratelli d’Italia e il Partito Democratico, che però ieri ha già svelato il nuovo simbolo, ovvero il classico logo con il ramoscello di ulivo a cui è stata aggiunta una parte in rosso con la scritta “Italia democratica e progressista”. Anche Forza Italia ha già mostrato il simbolo con cui correrà alle elezioni politiche del 2022: si tratta di quello tradizionale, a cui è stato aggiunto in piccolo il logo del Ppe, per ribadire il “pedigree” centrista ed europeista che lo distingue dagli altri due alleati di centrodestra, FdI e Lega. Ha fatto molto parlare poi in questi giorni anche il simbolo della coalizione che riunisce Noi con l’Italia di Maurizio Lupi, Italia al centro di Giovanni Toti, l’Udc di Lorenzo Cesa e Coraggio Italia di Luigi Brugnaro. Tutti e quattro i partiti sono riuniti nell’unico simbolo di “Noi Moderati“, che colpisce per la quantità di cerchi e scritte presenti nel contrassegno. Gli elettori avranno un’ampia scelta.
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