Elezioni comunali Reggio Calabria, tra i candidati consigliere indagati e condannati
Si avvicinano anche le elezioni comunali a Reggio Calabria: il 20-21 settembre gli elettori dovranno scegliere se confermare il sindaco uscente Giuseppe Falcomatà, del Pd, oppure dare inizio a una nuova amministrazione. Guidata magari dal candidato del centrodestra, Antonino Minicuci, scelto dalla Lega e al momento unico in grado di impensierire Falcomatà. Accanto ai due, favoriti, altri sette candidati al ruolo di primo cittadino: Saverio Pazzano della sinistra radicale, Klaus Davi, Fabio Foti del Movimento Cinque Stelle, Fabio Putortì con una lista civica, Maria Laura Tortorella (lista Patto civico), Pino Siclari del Partito comunista dei lavoratori e l’ex assessore comunale Angela Marcianò. I candidati al ruolo di consigliere comunale, invece, sono in tutto 914. Tra questi, come rileva oggi Il Fatto Quotidiano, ci sono molte personalità con un passato particolare: da chi è indagato a chi è invece stato anche condannato (per corruzione), passando per i nostalgici del regime fascista e i trasformisti dell’ultima ora. Un fenomeno che colpisce entrambi gli schieramenti: sia il centrodestra che il centrosinistra.
Nel centrodestra
Tra i “trasformisti” c’è Demetrio Marino, eletto con il centrosinistra nel 2014 e oggi candidato di Fratelli d’Italia: fino al 2012 ha avuto molti contatti con l’amministrazione dell’ex sindaco e presidente della Regione Calabria Giuseppe Scopelliti, una vita nel centrodestra, in carcere per la condanna sul “caso Fallara”. Ma in questa lista c’è anche Emiliano Imbalzano, eletto consigliere comunale nella scorsa legislatura con una lista a supporto del dem Falcomatà e oggi capolista alle nuove amministrative per la Lega. Ancora, Il Fatto Quotidiano riporta l’esempio di Saverio Anghelone, figlio di un ex assessore di Scopelliti, eletto nel 2014 con il centrosinistra e nominato anche vicesindaco. A ridosso delle elezioni, con una lettera al primo cittadino ha chiesto di poter aderire a nuovi progetti: oggi è candidato nella lista Cambiamo con Toti a sostegno del candidato leghista Minicuci.
Nella lista di Forza Italia c’è anche l’ex consigliere comunale Giuseppe Eraclini, che era stato dichiarato incandidabile dal Tribunale di Reggio Calabria dopo lo scioglimento del Comune per infiltrazioni mafiose. La sentenza è stata confermata anche dalla Cassazione. Per questo motivo, Eraclini era stato costretto a non ricandidarsi a causa dei suoi rapporti con una ditta riconducibile a un imprenditore condannato diversi anni fa per mafia e ucciso nel 2019 in un agguato. Tra i candidati di Fratelli d’Italia invece c’è Massimo Ripepi, consigliere uscente divenuto capolista su decisione di Giorgia Meloni. Ripepi è stato avvisato oralmente due volte per stalking dal questore di Reggio e oggi è sotto processo per diffamazione e danno di immagine nei confronti di una donna medico che frequentava la comunità religiosa della Chiesa cristiana “Pace” di cui è pastore.
Emblematica anche la figura di Luigi Catalano, l’ex sindaco del comune di Calanna arrestato nel 2013 per un’inchiesta antimafia denominata “Rifiuti 2”. Rinviato a giudizio per una turbativa d’asta del 2009, il processo si è interrotto per prescrizione. Oggi è segretario regionale del partito delle “Destre Unite”, simpatizza per Casapound e a Reggio Calabria appoggia Minicuci. Nella lista di quest’ultimo c’è anche Nezha Lazreq, originaria del Marocco ma a Reggio da 34 anni: su Facebook ostenta delle foto in cui indossa un giubbotto antiproiettile e imbraccia un mitragliatore e si dice d’accordo con Matteo Salvini quando dice che “non tutti gli immigrati sono brave persone”. Ma c’è di più: nel novembre 2017, dopo che una donna marocchina aveva scoperto che il marito aveva iniziato una relazione con una signora di Vibo Valentia, Lazreq e altre connazionali hanno organizzato una vera e propria spedizione punitiva. Tutte sono state condannate in primo grado a un anno e 6 mesi di carcere per sequestro di persona e lesioni aggravate.
Nel centrosinistra
Tra le tante liste a sostegno del candidato di centrosinistra Falcomatà, ci sono consiglieri e assessori comunali coinvolti nell’inchiesta “Helios”, sui rapporti tra il Comune e l’Avr, la società che si occupa della raccolta dei rifiuti a Reggio Calabria. Si tratta del vicesindaco Armando Neri, dell’assessore all’Ambiente Giovanni Muraca e dei consiglieri comunati Rocco Albanese (Pd), Filippo Quartuccio (Articolo 1) e Antonino Castorina (Pd).
Lo stesso sindaco uscente Falcomatà è stato rinviato a giudizio per abuso d’ufficio e falso, nel processo sulla delibera per l’affidamento del Grand Hotel Miramare (un palazzo storico di proprietà del Comune) a un imprenditore che, durante la campagna elettorale del 2014, aveva concesso i locali per la sua segreteria politica. Coinvolti nel processo ci sono anche il suo ex vicesindaco Saverio Anghelone (tra i “trasformisti” del centrodestra), parte della giunta tra cui l’attuale vicesindaco Armando Neri e Giovanni Muraca e gli assessori Giuseppe Marino (candidato capolista del Pd) e Antonino Zimbalatti (lista “A testa alta-Psi”). Nella stessa inchiesta c’è stata anche una condanna in primo grado (quindi non ancora definitiva) a un anno di carcere con pesa sospesa per la candidata a sindaco Angela Marcianò, ex assessore comunale ai lavori pubblici. Dopo essersi staccata da Falcomatà, oggi è candidata con il supporto di tre liste civiche e del Movimento Sociale Italiano.
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