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    Elezioni 2018, come si eleggono i presidenti della Camera e del Senato

    I presidenti di Camera e Senato della XVII legislatura Laura Boldrini e Pietro Grasso. Credit: ALBERTO PIZZOLI

    I regolamenti delle due Camere prevedono due procedimenti diversi per l'elezione dei propri presidenti. Ecco il numero dei voti necessari:

    Di Anna Ditta
    Pubblicato il 24 Mar. 2018 alle 13:10 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 02:27

    Sabato 24 marzo, alle ore 13.10 circa, sono stati eletti i nuovi presidenti di Camera e Senato.

    Roberto Fico (M5S) è il nuovo presidente della Camera. Al Senato è stata eletta Maria Elisabetta Alberti Casellati (Forza Italia), prima donna.

    Maria Elisabetta Alberti Casellatichi è la nuova presidente del Senato? La senatrice di Forza Italia era stata eletta nel Consiglio superiore di magistratura nel 2014. Avvocato divorzista, è una berlusconiana della prima ora. Leggi il profilo completo

    L’elezione dei presidenti della Camera e del Senato è il primo importante passo per ogni nuova legislatura (segui la diretta). Dopo la terza fumata nera di ieri, venerdì 23 marzo, oggi è il giorno decisivo. Verrà eletto il nuovo presidente del Senato e, forse, anche quello della Camera. Ma come si eleggono i presidenti della Camera e del Senato? Lo abbiamo spiegato sotto.

    Qui trovate la Diretta sull’Elezione dei presidenti della Camera e del Senato e tutte le ultime notizie. È fondamentale comprendere che quest’elezione è un banco di prova importante in vista della formazione del governo.

    Sarà infatti in questa occasione che verrà forse anche individuata una maggioranza parlamentare che possa dare la fiducia al nuovo esecutivo.

    Se le forze politiche non dovessero riuscire a formare una maggioranza, si potrebbe tornare a votare (ecco il sondaggio su come voterebbero gli italiani se si tornasse alle urne).

    Secondo l’articolo 61 della costituzione, la prima seduta delle nuove camere deve avvenire entro 20 giorni dalle elezioni legislative. Per questo, la seduta è stata convocata per venerdì 23 marzo per entrambe le Camere.

    La seduta di Montecitorio sarà presieduta dal più anziano dei vicepresidenti della Camera rieletti della scorsa legislatura, Roberto Giachetti del Partito democratico.

    A palazzo Madama, invece, sarà Giorgio Napolitano a presiedere l’assemblea, in quanto senatore più anziano d’età.

    Entrambi terranno un breve discorso prima di disporre l’inizio delle votazioni.

    I regolamenti di Camera e Senato prevedono due procedimenti diversi per lo svolgimento della seduta e per l’elezione dei propri presidenti.

    Come si eleggono i presidenti della Camera e del Senato

    A Montecitorio l’elezione del presidente della Camera dei deputati si svolge a scrutinio segreto: ciascun deputato esprime il proprio voto nella scheda all’interno di cabine allestite tra il banco della presidenza e quello del governo e la deposita in un’urna.

    Lo spoglio delle schede è pubblico ed avviene in Aula.

    Nella prima votazione, affinché un candidato sia eletto, deve ottenere la maggioranza dei due terzi dei componenti l’Assemblea, incluse le schede bianche. Deve quindi ottenere almeno 420 voti.

    Per il secondo e terzo scrutinio, invece, è sufficiente che il candidato ottenga la preferenza di due terzi dei votanti, contando anche le schede bianche.

    Per quanto riguarda l’elezione del presidente della Camera della XVIII legislatura, si prevede che i primi tre scrutini si terranno tutti venerdì 23 marzo 2018.

    Se i deputati non riusciranno ad eleggere il presidente in tale giornata, si procederà da sabato 24 marzo a eventuali scrutini successivi, in cui è previsto un quorum ancora più basso. Sarà sufficiente infatti la maggioranza assoluta dei voti (includendo sempre le schede bianche).

    Nelle ultime sei legislature della Repubblica, il presidente della Camera dei deputati è stato eletto il giorno successivo all’inizio della seduta, al quarto scrutinio (il primo a maggioranza assoluta).

    L’elezione del presidente del Senato della Repubblica

    A Palazzo Madama la votazione avviene a scrutinio segreto e lo spoglio è pubblico, come alla Camera dei deputati, ma è previsto un meccanismo diverso per quanto riguarda il numero dei voti necessari.

    Per essere eletto al primo scrutinio, il candidato deve raggiungere infatti la maggioranza assoluta dei voti dei componenti del Senato (161 voti), e non la maggioranza dei due terzi come alla Camera. Lo stesso numero di voti è necessario anche per il secondo scrutinio e, anche in questo caso, sono da considerare incluse le schede bianche.

    Al terzo scrutinio è sufficiente la maggioranza assoluta dei presenti (non quindi dei componenti del Senato). Qualora nessun candidato dovesse ottenere un numero sufficiente di voti, nello stesso giorno si procede al ballottaggio tra i due che hanno conseguito il maggior numero di preferenze.

    In questo caso, il candidato che otterrà più voti al ballottaggio risulterà eletto con una maggioranza relativa.

    Se i due candidati dovessero ottenere un numero uguale di voti, sarà eletto il più anziano dei due.

    Dopo l’elezione dei presidenti delle due camere, deputati e senatori verranno convocati tra il 27 ed il 28 marzo per eleggere i rispettivi vicepresidenti, questori e segretari d’Aula.

    Dovranno inoltre dichiarare a quale gruppo parlamentare appartengono.

    Una volta che il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni avrà rassegnato le dimissioni, toccherà anche ai presidenti delle Camere, insieme ai principali leader politici, recarsi al Quirinale per le consultazioni con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. 

    Elezioni 2018, ultime notizie | Diretta

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