È una posizione meno dura quella presentata la mattina di venerdì 23 marzo 2018 da Lucio Malan, decano di Forza Italia eletto al Senato alle scorse votazioni del 4 marzo, rispetto alla linea espressa finora dai berlusconiani in merito all’elezione dei presidenti di Camera e Senato.
Malan, contattato telefonicamente da TPI nel giorno della prima seduta del parlamento, dice che esiste certamente la possibilità che il nome di Paolo Romani, candidato della coalizione di centrodestra alla presidenza del Senato, venga mantenuto per ogni votazione (qui le maggioranze necessarie per l’elezione dei presidenti di Camera e Senato).
In questo modo, Romani potrebbe essere eletto a partire dalla quarta votazione solo con i voti del centrodestra e con le eventuali schede bianche del Partito democratico o, più difficilmente, del Movimento Cinque Stelle, che ha respinto la candidatura del senatore di Forza Italia perché non accetta di votare un condannato (Romani ha una condanna in primo grado per peculato).
Tuttavia, Malan non esclude altre soluzioni.
“È corretto quello che scrivono i giornali”, dice a TPI. “L’accordo al momento non c’è e, salvo sorprese dell’ultimo minuto, oggi non si risolverà nulla in Aula. Fuori invece si svolgeranno probabilmente le trattative”.
“Ricordiamoci che la storia non finisce con la presidenza del Senato”, dice Malan. “Per questo si svolgeranno sicuramente nuovi contatti con le altre forze politiche”.
“Anche perché”, prosegue Malan, “alla Camera la situazione non si sbloccherà altrettanto facilmente, con la mera astensione dal voto. La situazione, in quel caso, è più complessa”.
I regolamenti delle due Camere prevedono due procedimenti diversi per l’elezione dei propri presidenti.
Mercoledì 21 marzo, al termine del vertice a Palazzo Grazioli, la coalizione di centrodestra ha accettato la condizione posta nelle ore precedenti dal Movimento Cinque Stelle, ovvero quella di avere un proprio esponente come presidente della Camera.
Ha inoltre avanzato il nome di Paolo Romani, attuale capogruppo di Forza Italia al Senato,per la presidenza di palazzo Madama.
Tuttavia giovedì 22 marzo l’accordo è sembrato venire meno dopo che il Movimento Cinque Stelle ha escluso il sostegno nei confronti di parlamentari del centrodestra condannati o indagati.
Un altro nome su cui si concentrano le attenzioni nelle ultime ore è quello di Anna Maria Bernini, esponente di Forza Italia ed ex ministra per le Politiche Europee nel governo Berlusconi.
I nomi che sono circolati sulla stampa come possibili candidati di M5S alla guida della Camera sono invece quelli di Roberto Fico e Riccardo Fraccaro (qui tutti i nomi in lizza per le presidenze di Camera e Senato).
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