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    Elena Basile al TPI Fest 2024: “Nei due conflitti in corso non ci sono buoni e cattivi, anche il nemico ha le sue ragioni. A Gaza stiamo assistendo a un genocidio”

    Credit: Max Cavallari
    Di Niccolò Di Francesco
    Pubblicato il 18 Set. 2024 alle 20:36 Aggiornato il 18 Set. 2024 alle 20:55

    “Nei due conflitti in corso non ci sono i buoni da una parte e i terroristi dall’altra, solo quando ci renderemo conto che ci sono degli opposti interessi, e che quindi bisogna trovare i compromessi giusti per una soluzione, la diplomazia inizierà a funzionare. Quello che sta avvenendo a Gaza è un genocidio”: lo dichiara Elena Basile, ex Ambasciatore dell’Italia in Svezia e Belgio, ospite del TPI Fest 2024, in programma per il terzo anno consecutivo a Bologna, presso la “Tettoia Nervi”, in piazza Lucio Dalla.

    Sul perché molti hanno sminuito il suo ruolo e dichiarato che lei non fosse un’ambasciatrice, Elena Basile ha dichiarato: “Mi è capitato diverse volte di tornare sull’argomento. Per chi non se lo ricorda io fui chiamata all’improvviso da Lilli Gruber e andai a Otto e Mezzo dove presentai il mio ultimo numero di narrativa. Tornai, grazie agli ottimi ascolti, nella trasmissione perché richiamata dove c’era anche Aldo Cazzullo che mi accusò del fatto che io sarei stata contenta del fatto che il 7 ottobre non c’erano molti ostaggi americani. La trasmissione finì con questa discussione molto accesa con Cazzullo che però devo riconoscere mi chiese scusa”.

    “Il giorno dopo – afferma ancora Elena Basile – mi aveva già invitato Corrado Formigli e io lo chiamai la mattina dicendogli: ‘dopo la trasmissione della Gruber non voglio venire'”. Lui insistette molto e mi promise che non ci sarebbe stato un contradditorio. Quando arrivai purtroppo questa promessa non era stata mantenuta. Nella trasmissione ogni volta che venivo interrotta e non potevo completare il mio pensiero mi ribellavo tanto da lasciare a un certo punto la trasmissione. Già prima che andassi da Formigli uscii un comunicato in cui si diceva che io ero una traditrice dei valori della Repubblica e che non potevo farmi chiamare ambasciatrice. Questo fu l’inizio del linciaggio dei giornali dove ero diventata un’usurpatrice di titoli o chiamata un funzionario medio basso della carriera diplomatica”.

    “Tutti i miei colleghi uomini con il mio stesso grado che hanno svolto una funzione da ambasciatori sono chiamati ambasciatori. Però tutti mi chiamano – è brutto perché è anche una discriminazione di genere – ambasciatrice”.

    Elena Basile, poi, continua: “Non c’è mai stato un ambasciatore che ha criticato la funzione della Nato come ho fatto io. L’ostracismo nei miei confronti è stato da parte di tutti, dalla destra all’estrema sinistra. Sul mio nome c’è stata veramente una X. Mi dispiace che non posso raggiungere un pubblico maggiore”.

    “Durante il mio percorso in carriera ho tentato di esporre sempre il mio pensiero. Una volta, quando ero ancora in servizio, avevo fatto un tweet sulla ritirata degli Usa dall’Afghanistan citando Gino Strada che era morto da poco. Ricordai un discorso che fece anni prima a Stoccolma, quando aveva criticato il governo sulla politica estera, e mi chiesero di cancellare il tweet e fui costretta a farlo perché ero in servizio. Ho sempre detto quello che pensavo ma ho dovuto fare quello che mi era stato imposto”.

    Sul perché l’Occidente sembra avere sempre la necessità di individuare un nemico, l’ex ambasciatrice risponde: “Nel mio libro ricostruisco i due conflitti in corso, quello russo-ucraino e quello israelo-palestinese, opponendomi a una narrativa che a mio avviso non rende giustizia a questi due eventi, che vengono descritti come un conflitto tra buoni e terroristi. Se vogliamo dar corpo alla diplomazia, dobbiamo renderci conto che il nemico ha le sue ragioni. Solo quando ci rendiamo conto che ci sono degli opposti interessi, e che quindi bisogna trovare i compromessi giusti per una soluzione, la diplomazia inizia a funzionare e a trovare le giuste soluzioni”.

    “Quello che sta accadendo a Gaza è un genocidio. Siamo di fronte a un’Israele che perde totalmente di credibilità. Israele ormai è il nemico di se stesso. E noi siamo complici del genocidio in corso” continua Basile.

    Sul conflitto tra Israele e Palestina, Elena Basile afferma ancora: “Nulla è stato fatto per la pace. Devo dire che l’alto rappresentante della Nazioni Unite Borrel almeno su Gaza ha espresso delle opinioni chiara. Da una parte abbiamo Israele che tenta, con continui abusi e provocazioni, di trascinare gli Stati Uniti in un conflitto allargato. È un po’ triste fare questo parallelo ma è un po’ quello che sta accadendo anche in Ucraina dove Zelensky tenta di trascinare la Nato nel conflitto”.

    Sulla guerra in Ucraina: “Kiev è stata una vittima di questa guerra. L’Ucraina è un paese distrutto economicamente che sopravvive grazie agli aiuti occidentali. La Nato non ha più senso di esistere”.

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