Draghi valuta lo scioglimento di Forza Nuova: no della Lega
L’ipotesi dello scioglimento di Forza Nuova per decreto è sul tavolo del governo Draghi: è quanto emerge da fonti vicino l’esecutivo secondo cui Palazzo Chigi, in accordo con il ministero dell’Interno, ha avviato una vera e propria istruttoria per valutare il da farsi.
Il governo, infatti, ha contattato giuristi, costituzionalisti, professori universitari ed altri esperti di diritto per chiedere loro un parere tecnico e giuridico.
La legge Scelba del 1952 consente all’esecutivo “in casi straordinari di necessità e di urgenza” di agire attraverso un decreto legge se un movimento usa la “violenza come metodo di lotta politica”.
Il percorso, però, è tutt’altro che semplice. Mai prima d’ora, infatti, un partito è stato sciolto con un decreto legge del governo. L’unico precedente è rappresentato da Ordine Nuovo, che fu sciolto nel 1973 dal ministero dell’Interno a seguito di una sentenza. Sentenza che, nel caso di Forza Nuova non c’è.
Per questo il premier si muove con estrema cautela, anche e soprattutto in considerazione del fatto che, all’interno delle forze di maggioranza che sostengono il governo, i pareri non sono unanimi.
Se Pd e M5S, infatti, sono favorevoli allo scioglimento del partito di estrema destra, altrettanto non si può dire di Forza Italia e Lega, che hanno già espresso la loro contrarietà alla mozione presentata dal Partito Democratico, e sostenuta da Movimento 5 Stelle e Leu, nella quale si chiede per l’appunto lo scioglimento di Forza Nuova e di “tutti i movimenti politici di chiara ispirazione neofascista”.
Oltre allo scoglio politico, poi, c’è da registrare anche la preoccupazione del Viminale. Il timore, infatti, è che l’eventuale scioglimento del partito di estrema destra possa alimentare ancora di più le proteste di piazza.
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